Weekend esaltante con il big match Lazio-Juventus (ore 18,00). Domani alle 20:45 la Roma in trasferta
Si è fatta attendere due settimane la Serie A ma a giudicare dalle gare in programma in questo turno ne è valsa davvero la pena. Tanti scontri diretti e tanti punti pesanti a disposizione di Lazio e Roma per ripartire con la giusta marcia. sarà soprattutto lo scontro tra due filosofie di gioco: quella ‘giochista’ di Sarri e quella ‘risultatista’ di Allegri.
Da questo momento in poi non ci saranno più soste: sette partite di campionato e due in Europa fino alla fine del 2021 calcistico. Questo il programma riservato a Roma e Lazio nel prossimo mese.
Atalanta – Spezia (ore 15:00) aprirà il turno di Serie A e sarà l’antipasto del big match di giornata: alle 18:00 allo Stadio Olimpico arriva la Juventus (arbitro Di Bello – Diretta DAZN). Un avversario mai banale che evoca trofei, ma anche delusioni, nella storia recente dei biancocelesti. A chiudere la giornata Fiorentina – Milan.
L’appuntamento di cartello della domenica sarà a Milano: alle 18:00, Inter – Napoli. In serata (20:45) la Roma di Mourinho proverà a cancellare i risultati deludenti dell’ultimo mese sul campo del nuovo Genoa di Shevchenko (arbitro Irrati – Diretta DAZN).
La sfida dell’Olimpico è assieme ad Inter – Napoli certamente la più attesa di questa tredicesima giornata di Serie A. Il sold-out dell’Olimpico, attesa anche una forte presenza di tifosi ospiti in molti settori, farà da cornice ad una partita ricca di temi, aspettative e ambizioni.
Alla guida di due squadre profondamente rimaneggiate a causa dei molti giocatori indisponibili o acciaccati, ci sono due allenatori che per idee di gioco e visione del calcio occupano due posizioni opposte: Sarri e Allegri. Volendo banalizzare un po’ potremmo parlare di bel gioco contro l’essenzialismo dei tre punti, ma, seppur i due protagonisti non facciano nulla per distaccarsi da questa immagine di profeti antitetici, va detto che la distinzione forzata tra ‘giochisti’ e ‘risultatisti’ è davvero fine a sé stessa. A testimoniarlo è la classifica delle due squadre ma soprattutto l’evoluzione dello stesso Sarri in carriera.
Dopo anni di calcio spettacolare ma senza trofei a Napoli, il tecnico si è tolto la sua prima soddisfazione alla guida del Chelsea con l’Europa League alzata al termine della stagione 2018/19. L’anno successivo, proprio a Torino, la necessità di dover scendere a patti con le forti individualità di uno spogliatoio guidato da Cristiano Ronaldo, ha reso evidente il pragmatismo di Sarri che è stato in grado di creare un ibrido rivelatosi poi vincente. Dettaglio non scontato se consideriamo i pessimi risultati della Juventus nei 18 mesi successivi.
I numeri della stagione attuale raccontano di una Lazio che, superate le prime naturali scosse di assestamento, prosegue senza sosta il suo percorso di crescita fatto di bel gioco, certamente, ma anche di equilibrio ed efficacia. Questo pomeriggio di fronte ai biancocelesti ci sarà una Juventus alla costante ricerca di sé stessa, una squadra apparsa troppo spesso incredibilmente timida e fragile. Uno dei peggiori avvii di stagione della sua storia non deve però far dimenticare la pericolosità dei bianconeri e soprattutto l’abitudine a giocare le partite decisive.
Tabù e curiosità
La Juventus ha perso solo due delle ultime 33 sfide di Serie A contro la Lazio: la prima nel 2017 a Torino (1-2), l’altra all’Olimpico nel 2019 (3-1). I bianconeri sono gli avversari più affrontati di sempre nella storia della Lazio, il bilancio totale però è sfavorevole: 46 vittorie, 43 pareggi e 96 sconfitte. Tra Coppa Italia e Supercoppa, Lazio e Juventus hanno giocato otto finali negli ultimi anni e il bilancio è in perfetta parità (3 Supercoppe e 1 Coppa Italia per la Lazio).
In vista del match di questo pomeriggio, come ammesso da Sarri in conferenza stampa, si proverà fino all’ultimo minuto a recuperare Immobile, almeno per la panchina. Senza il suo fuoriclasse la Lazio è un’altra squadra e i numeri lo certificano: su 26 partite giocate senza Immobile sono arrivate soltanto sette vittorie. Un motivo in più per tentare il recupero in extremis.
A proposito di statistiche, Felipe Anderson dovrà provare ad interrompere la “maledizione Juve”: nelle undici occasioni in cui il brasiliano ha affrontato i bianconeri non è mai riuscito a vincere o a lasciare il segno. Senza di lui invece il bilancio tra le due squadre è in perfetta parità.
Dubbi, scelte e probabili formazioni
Molto, se non tutto, del piano gara di Sarri ruoterà intorno alla presenza di Ciro Immobile. Nel caso in cui l’attaccante non dovesse farcela spazio al tridente leggero provato in settimana con Pedro ad agire da terminale offensivo e Felipe Anderson e Zaccagni alle sue spalle. Scelte obbligate in difesa: senza Marusic sarà il turno di Lazzari appena recuperato. Cataldi e Luis Alberto favoriti su Leiva e Basic.
Tra infortuni, indisponibili e trasferte intercontinentali, Allegri non avrà vita facile nello scegliere un undici titolare. Le condizioni precarie di Dybala incideranno a cascata su tutto il resto della formazione. L’argentino si è allenato ieri per la prima volta dopo il fastidio al polpaccio accusato in Nazionale e difficilmente verrà rischiato. Danilo, Alex Sandro e Cuadrado di rientro dal Sudamerica dovrebbero scendere in campo. Qualche dubbio in più a centrocampo: Bentancur non sta benissimo e potrebbe lasciare spazio a Rabiot. In avanti detto di Dybala, Chiesa e Morata ci saranno.
Lazio (4-3-3): Reina; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; Milinkovic, Cataldi, Luis Alberto; Felipe Anderson, Pedro, Zaccagni.
Juventus (4-4-2): Szczesny; Danilo, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Cuadrado, McKennie, Locatelli, Rabiot; Chiesa, Morata.
Domenica sera la Roma di Mourinho scenderà in campo al Ferraris di Genova per ritrovare sé stessa e cambiare drasticamente rotta dopo i risultati disastrosi dell’ultimo mese tra campionato e coppa (1 vittoria, 2 pareggi, 4 sconfitte). Al di là delle insidie del match e dell’innegabile pericolosità nell’andare ad affrontare una squadra alla prima dopo un cambio di allenatore, la sconfitta contro il Verona di Tudor sta a testimoniarlo, l’avversaria principale della Roma domani sarà la Roma stessa.
L’ultima pausa per le Nazionali è arrivata forse nel momento migliore per permettere agli uomini di Mourinho di allentare leggermente la pressione e tornare a respirare riordinando le idee. La squadra, dopo una partenza sprint con sei vittorie consecutive, ha via via perso entusiasmo e compattezza. I risultati altalenanti hanno indotto il tecnico a ricercare un nuovo equilibrio difensivo che ha però penalizzato il reparto avanzato. La Roma vista fino a qualche settimana fa era una squadra instabile, da domani dovrà iniziare un nuovo percorso.
L’attacco, fino a questo momento, produce molto ma concretizza poco: la Roma è la squadra che calcia di più verso la porta di tutta la Serie A ma è anche quella meno precisa in assoluto. I 21 gol fatti certificano il settimo attacco del campionato e l’assenza di un vero bomber, non a caso il miglior marcatore stagionale è Pellegrini con 5 gol.
La difesa, complice anche l’assenza prolungata di Smalling, fa fatica a trovare quella solidità e compattezza tipica delle squadre di Mourinho. Nelle 18 partite giocate la Roma ha subito 25 gol (1.39 di media a partita), numeri in linea con le due stagioni peggiori della carriera di Mourinho (Chelsea 2015/16 e Manchester United 2018/19), entrambe culminate con l’esonero. Squadre diverse e progetti diversi, certamente, ma numeri ugualmente preoccupanti che dovranno cambiare per mantenere una minima competitività.
Mou vs Sheva
Tra le tante incognite del match di domani c’è sicuramente l’esordio da allenatore in Serie A (e su una panchina di club) di Andriy Shevchenko. L’ex bomber del Milan torna nel nostro campionato 4572 giorni dopo la sua ultima partita da giocatore. Contro la Roma ha sempre avuto numeri positivi: non ha mai perso in match casalinghi e ha segnato quattro gol nelle ultime quattro partite giocate. Quello però era Shevchenko giocatore, l’allenatore è da scoprire. Una sola esperienza fino a questo momento alla guida della sua Nazionale: dal 2016 al 2021 l’Ucraina di Shevchenko ha giocato 52 partite (25 vittorie, 13 pareggi, 14 sconfitte). Ottimo il percorso ad Euro2020 terminato ai quarti di finale contro l’Inghilterra.
“Ho grande rispetto per Mourinho, il suo arrivo ha dato molto al calcio italiano”. Queste le parole di Shevchenko durante la conferenza stampa di presentazione di qualche giorno fa. Una mano tesa verso un allenatore con cui in passato il rapporto non è mai sbocciato. Arrivato al Chelsea dal Milan nell’estate del 2006 Shevchenko sarebbe dovuto essere l’attaccante in grado di far vincere la Champions a José Mourinho, il rendimento però non è mai stato all’altezza dell’aspettative e il feeling tra i due non è mai nato.
In un’intervista del 2009 Shevchenko incolpò lo stesso Mourinho del suo fallimento al Chelsea: “era attento a ogni dettaglio ma avrebbe bisogno di parlare di più con i suoi giocatori”. È rimasta celebre una risposta di Mourinho ad un tifoso dei Blues che gli chiedeva dove fosse Shevchenko, il tecnico mimò uno swing da golf rivelando l’attività in cui era impegnato l’attaccante.
Dubbi, scelte e probabili formazioni
Gli ultimi giorni di lavoro a Trigoria sono serviti allo staff sanitario per rimettere in piedi alcuni giocatori che avevano chiuso il precedente ciclo di partite con problemi fisici. Recuperati, seppur non ancora in condizioni ottimali, Zaniolo, Pellegrini e Kumbulla, José Mourinho dovrà fare a meno di Smalling, Calafiori e Viña oltre al lungodegente Spinazzola. La difesa a tre è un’ipotesi concreta, se Cristante dovesse scalare dietro si aprirebbe un ballottaggio a centrocampo tra Villar, Darboe e lo stesso Pellegrini. Scalpitano Zaniolo e Shomurodov per affiancare Abraham. Mkhitaryan verso una nuova esclusione.
Il primo Genoa di Shevchenko è un’incognita assoluta, il tecnico in carriera ha quasi sempre optato per il 4-3-3 ma considerando i calciatori a disposizione probabilmente nella sua prima uscita punterà sul 3-5-2. Le assenze di Criscito e Caicedo si sommano a quelle di Fares e Maksimovic. Ghiglione o Sabelli sulla corsia di destra. Davanti ballottaggio tra giovanissimi per supportare il veterano Pandev: Buksa, Bianchi ed Ekuban, in tre per una maglia.
Roma (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Cristante, Ibañez; Karsdorp, Villar, Veretout, El Shaarawy; Pellegrini; Abraham, Shomurodov.
Genoa (3-5-2): Sirigu; Biraschi, Masiello, Vasquez; Ghiglione, Rovella, Badelj, Sturaro, Cambiaso; Buksa, Pandev.
Michele Gioia