Acilia, crudeltà per superstizione verso un gatto nero: salvato in extremis

Il felino è stato rinvenuto in Via di Saponara e salvato dalle Guardie Zoofile grazie alla segnalazione di un cittadino

Atto di barbarie inaudita nei confronti di un gatto nero ad Acilia. Il felino, salvato davvero in extremis, è stato infatti trovato in Via di Saponara in una pozza di sangue, molto probabilmente perché picchiato in modo becero e selvaggio, come raccontato dalle Guardie Zoofile della G.A.DIT (Guardie Ambientali d’Italia) della sezione Roma Mare.

Il felino è stato rinvenuto in Via di Saponara e salvato dalle Guardie Zoofile grazie alla segnalazione di un cittadino

L’animale era esanime e solo la pronta segnalazione di un giovane cittadino gli ha evitato la morte. Le Guardie Zoofile sono così potute intervenire dandogli il primo soccorso, coadiuvate dall’ambulatorio veterinario in via Fiorelli.

Successivamente il gatto è stato trasportato a Muratella al gattile sanitario dagli operatori che con molta attenzione, passione e professionalità lo hanno stabilizzato, mettendolo fuori pericolo.

Solo il grande lavoro e la prontezza di chi era in turno, del veterinario ed il grande lavoro dell’ASL veterinaria hanno evitato il peggio, ma restano tanti interrogativi su questo gesto ignobile.

Perché questo scempio ai danni di un essere indifeso? Le ipotesi sono molte, dalla pura violenza fina a sé stessa oppure al suo colore essendo il tenero malcapitato nero, alla possibilità che i gatti venissero presi per alimentare cani da combattimento, ma molto più probabile è che l’animale sia stato quasi ucciso per superstizione.

Già, l’ipotesi più accreditata difatti è quella della violenza dettata dalla superstizione, proprio nei giorni in cui l’associazione Pet Carpet, in collaborazione con Polizia di Stato e Anas ha promosso la Campagna per la sicurezza stradale e contro i luoghi comuni in difesa degli animali, in occasione della Giornata internazionale del gatto nero (leggi qui), il 17 novembre, istituendo una apposita task force. E chissà che il vile aggressore non abbia agito basandosi proprio sulle assurdità  – ma a cui molti credono – legate al numero 17 – che per la numerologia è avverso, nefasto e porta sfortuna. E qualcuno potrebbe quindi aver ridotto in fin di vita il tenero animale per un motivo del genere.

Il gatto nero è un felino molto tenero e dall’indole buona, eppure sono tanti, purtroppo, quelli che continuano a pensare che averne uno in casa o vederne uno che attraversa la strada, porti jella e disgrazia. Le superstizioni legate ad esso legate sono tantissime ed affondano le proprie radici nella notte dei tempi. Il perché porti malasorte va ricercato a partire dal Medioevo, è proprio da lì, che è partita questa sciocca diceria. All’epoca ci si spostava con le carrozze e poteva capitare che nelle strade buie, i cavalli venissero spaventati dagli occhi dei gatti neri o da un loro improvviso attraversamento.

I cavalli imbizzarrendosi creavano scompiglio tra i passeggeri, da qui la leggenda che questi ultimi fossero controllati direttamente dal demonio. Ma ad aggiungere benzina sul fuoco, nel 1200 fu anche Papa Gregorio IX che li aveva ribattezzati come fedeli amici delle streghe, dando così il via libera ad una caccia spietata. E tutto questo poiché, spinti da pura ignoranza, molti associavano il colore nero del pelo felino al lutto e i suoi occhi gialli e brillanti nella notte incutevano grande paura.

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