Condanne per il clan Fragalà: per il Tribunale è mafia

Diciotto condanne per il clan Fragalà che operava tra Ardea, Pomezia e Aprilia. Gli arresti erano stati eseguiti due anni fa

pomezia

Le attività economiche del litorale sud di Roma erano infiltrate da attività criminali di stampo mafioso che facevano capo al clan catanese Fragalà. A decretarlo è il tribunale di Velletri al termine di un processo che ha visto sul banco degli imputati quello che è ritenuto il capoclan, Alessandro Fragalà, e altri diciassette sodali, molti dei quali familiari.

Diciotto condanne per il clan Fragalà che operava tra Ardea, Pomezia e Aprilia. Gli arresti erano stati eseguiti due anni fa

Sono diciotto le condanne con il riconoscimento dell’aggravante per l’associazione di stampo mafioso emesse dal tribunale di Velletri per altrettanti appartenenti al clan catanese Fragalà, attivo nel litorale sud della Capitale, tra Ardea, Pomezia, Torvajanica e Aprilia.

La sentenza il tribunale di Velletri è arrivata al termine del processo nato dall’indagine portata a segno nel giugno 2019 dai carabinieri del Ros coordinati dalla Dda di Roma nelle località costiere della provincia sud di Roma.

La pena più pesante è stata inflitta al boss Alessandro Fragalà, condannato a 26 anni e 11 mesi. Tra i condannati anche Salvatore Fragalà (16 anni), Ignazio Fragalà (13 anni e 3 mesi), Mariangela Fragalà (14 anni e 11 mesi), Santo D’Agata (24 anni e 7 mesi), Astrid Fragalà (2 anni e 6 mesi), Simone Fragalà (4 anni e 6 mesi) e Francesco D’Agati (2 anni e 6 mesi).

Già nel giugno del 2020 in rito abbreviato davanti al gup di Roma erano state inflitte condanne per oltre 50 anni di carcere.

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