Economia & Lavoro

Concessioni balneari, il Consiglio di Stato: “Sulla proroga al 2033 decida il Governo”

Il Consiglio di Stato chiamato a esprimersi sulla proroga fino al 2033 delle concessioni demaniali marittime non ha deciso sulla legittimità della legge

Il destino dei concessionari di stabilimenti balneari resta precario. Il Consiglio di Stato a sezioni riunite convocato oggi per esprimere un giudizio giuridico sulla validità della legge dello Stato che proroga le concessioni demaniali marittime fino al 2033, non ha deliberato. Tutto è rimandato alla volontà del Governo e, in subordine, alla Corte di Giustizia Europea. In questa seconda ipotesi sarebbe come consegnarsi nelle mani del boia, assodato che la direttiva Bolkestein che impone la messa all’asta delle concessioni è nata proprio in ambito europeo.

Il Consiglio di Stato chiamato a esprimersi sulla proroga fino al 2033 delle concessioni demaniali marittime non ha deciso sulla legittimità della legge

Colpo di scena oggi al Consiglio di Stato. La corte tecnicamente ha sulla trattenuta la decisione sulla legge 145 del 2018 che prevede l’estensione fino al 2033 di tutte le concessioni in scadenza nel 2020 per auspicare un intervento sulla questione del Parlamento e del Governo. Il giudizio giuridico sulla validità della legge, che scavalca la direttiva Bolkestein, era attesa da migliaia di concessionari e dai Tar regionali che nei mesi passati avevano espresso sentenze contraddittorie e non univoche.

Le motivazioni della decisione del Consiglio di Stato verranno rese note non prima di un mese ma gli addetti ai lavori reputano un fatto eccezionale l’atteggiamento dei giudici amministrativi. Tanto più, stando ad alcune indiscrezioni,che non sembrerebbe venga invocato, da parte dei togati, un giudizio della suprema Corte Costituzionale. Invece, si rimette direttamente ogni decisione al Governo e, in caso di assenza di norme chiare, alla possibilità di ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Come dire che si riconosce la supremazia della politica al diritto, caso rarissimo di delega piena nella valutazione di una norma giuridica.

Dopo aver appreso l’accaduto, l’assessore della Regione Liguria e coordinatore del tavolo nazionale sul Demanio Marittimo della Conferenza delle Regioni, Marco Scajola, interviene dichiarando : «La questione balneare è centrale per l’Italia e la sua economia.  Non a caso come coordinatore del Tavolo nazionale del Demanio Marittimo della Conferenza delle regioni mi sono speso insieme a tutti gli altri colleghi delle regioni italiane per dare certezze e tutele alle 30.000 imprese balneari che oltre a essere una fetta importante della nostra economia, rappresentano anche la storia e la tradizione del nostro Paese”.

La posizione dei balneari

Il Sindacato italiano balneari si dice «fiducioso» sulla decisione del Consiglio di Stato in merito alla validità della legge che concede la possibilità di estendere fino al 2033 gli attuali diritti sul demanio marittimo a scopo turistico-ricreativo sospendendo la direttiva Bolkestein. «La legge 145/2018 è conforme al diritto europeo e comunque l’eventuale sua disapplicazione non spetta né alla Pubblica amministrazione e neppure ai Giudici Ordinari», affermano in una nota il presidente del Sib Antonio Capacchione e il presidente regionale per la Toscana Stefania Frandi, avvocati con patrocinio presso le Giurisdizioni Superiori, presenti in persona alla seduta odierna del Consiglio di Stato sul tema.

«Siamo fiduciosi ancorché convinti che la ‘questione balneare’ non debba essere risolta dai giudici ma dal Governo e dal Parlamento attraverso i quali si esplica la sovranità – affermano -. Ci auguriamo e ci stiamo adoperando affinché queste Istituzioni si assumano per intero la responsabilità di tutelare le 30.000 aziendale balneari e, con essi, salvaguardare un pezzo importante dell’economia e della storia del nostro Paese».

La partecipazione alla seduta odierna, sottolineano, «ha contribuito a dimostrare e sottolineare alla Corte la rilevanza nazionale della futura decisione sul destino delle decine di migliaia di famiglie che rappresentiamo». Il Consiglio di Stato, il cui presidente Patroni Griffi ha diretto con competenza ed attenzione la discussione, ha riservato le cause per la decisione, che sarà depositata nelle prossime settimane, sottolinea il Sib. “Non si esclude che la questione sia rimessa alla Corte Costituzionale stante le possibili conseguenze penali e di lesioni dei diritti fondamentali, come il diritto di proprietà di una eventuale disapplicazione della norma nazionale in favore di quella europea – afferma quindi il sindacato dei balneari -. Così come è anche possibile la rimessione alla Corte di Giustizia su una serie di questioni: dall’estraneità al Trattato Europeo di una armonizzazione in materia di turismo alla lesione del diritto di proprietà aziendale del concessionario o anche su altri aspetti specifici come l’assenza di una definizione europea del presupposto della ‘scarsità di risorsa’”.

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