Litorale Sud

Omicidio di Tor San Lorenzo, indagato il figlio

L'uomo, intervistato da “Chi l’ha visto?” ha giurato di essere estraneo all'omicidio

Tor San Lorenzo: c’è una svolta nelle indagini che riguardano la morte di Graziella Bartolotta, la donna di 68 anni trovata morta in casa nel pomeriggio di martedì 28 settembre nella sua casa in via del Pettirosso. Il figlio della donna è risultato indagato per omicidio.

Omicidio di Tor San Lorenzo, indagato il figlio:«io non c’entro nulla»

Ardea è ancora scossa per il ritrovamento di una donna senza vita all’interno di un villino di via del pettirosso a Tor San Lorenzo.

La villetta di Via del Pettirosso dove si è consumato l’omicidio

Graziella Bartolotta, 68 anni, vedova, viveva da sola nell’appartamento. La procura di Velletri ha aperto un fascicolo per omicidio. Il figlio più grande, Fabrizio Rocchi, che abita nel seminterrato della casa, è stato ascoltato a lungo dai carabinieri e ora risulta indagato.

Ai microfoni della trasmissione “Chi l’ha visto” l’uomo ha detto però che non c’entra nulla con l’omicidio di sua madre.

Rocchi, secondo quanto si apprende, sarebbe stato ascoltato alla presenza del pm. Gli investigatori hanno sequestrato il suo cellulare e alcuni suoi abiti.  Dalle immagini di una telecamera di videosorveglianza risulterebbe essere l’ultimo ad aver visto la donna viva.

«L’ho abbracciata e sono uscito di casa – ha raccontato a “Chi l’ha visto?” – quando la badante mi ha avvertito, mi sono precipitato. Non si sa ancora se è caduta e si e spaccata la testa, oppure se qualcuno l’abbia aggredita.«

«Come avrei potuto ucciderla? I carabinieri mi hanno detto: “Dì la verità ti prendi tre anni, se lo scopriamo noi rischi 30 anni di carcere”- ha aggiunto l’uomo – ma io non posso dire bugie, se devo farmi 30 anni me li faccio, ma non posso dire che ho ucciso mia madre, me la sono tenuta vicina per 40 anni. Quello che è successo l’ho raccontato»

La morte della donna risalirebbe a qualche ora prima della scoperta del cadavere. Non sono stati trovati segni di effrazione e non mancherebbe nulla nell’appartamento.

A insospettire gli inquirenti, la ferita troppo profonda per essere compatibile con una caduta. Nel caso di un’aggressione, invece, mancherebbero l’arma del delitto e il movente. Ci sono le telecamere private di video sorveglianza, ma le immagini non avrebbero sciolto i dubbi. Un vero e proprio mistero che i carabinieri stanno tentando di risolvere in attesa dell’esito dell’autopsia.

 

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