Il servizio di Francesco Ferraro
Il covid e il padel, i killer silenziosi del calcetto. Sono sempre di più i centri sportivi che stanno convertendo i loro campi da calcio a 5 in rettangoli da gioco per lo sport spagnolo. sarà soltanto una moda passeggera? i numeri sembrano dire il contrario.
Quanti film ha ispirato, quante storie e aneddoti da raccontare, tra amicizie terminate per un passaggio mancato e cause di divorzio per tradimenti consumati con la scusa “dell’amore vado a giocare a calcetto”.
Eppure l’intramontabile calcetto sembra ormai aver abbandonato le scene per dar spazio ad un nuovo sport: il padel.
Negli ultimi anni, complice anche la pandemia, ha avuto un vero e proprio boom. Sul web sono già comparsi video tutorial e allenamenti, mentre i centri sportivi stanno convertendo tutti i loro campi da calcetto con costi non indifferenti.
Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Tortorici socio fondatore di prenotauncampo.it e ora direttore commerciale di “Playtomic”.
«Al momento in Italia ci sono più di tremila campi e il lazio è la regione in cui ce ne sono di più – spiega Tortorici – solo su Roma noi abbiamo circa 180 strutture che già pre covid erano su prenotauncampo.it e ora sono su “Playtomic”.»
«La pandemia ha penalizzato gli sport di squadra – continua – il padle non è considerato sport di squadra perché non ha contatto fisico e quindi ha avuto una grandissima ascesa, dovuta anche ai costi perché in un campo da calcetto tipico entrano due o tre campi da padle.»
Il servizio di Francesco Ferraro.
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