Pandetta afferma che è stato lui a prendere questa decisione a causa della "gogna mediatica".
Questa sera il cantante neomelodico Niko Pandetta si sarebbe dovuto esibire al Villaggio dello Sport – X Village di Ostia, ma dopo le polemiche scaturite sui “trascorsi” dell’artista, il Decimo Municipio aveva deciso di annullare l’evento.
Oggi, proprio nel giorno della sua “mancata esibizione”, Niko Pandetta ha pubblicato una storia su Instagram, smentendo però l’annullamento del concerto da parte delle autorità. Infatti, Pandetta afferma che è stato lui stesso a prendere questa decisione a causa della “gogna mediatica”, nonostante avesse annunciato di esserci comunque (leggi qui).
Ecco il testo su sfondo nero: “Ragazzi volevo ricordare che il mio live ad Ostia è stato annullato, non per mancanze di permessi e autorizzazioni. Ad oggi al mio staff non è pervenuto nessun rigetto da parte delle autorità competenti. Però io stesso mi trovo ad annullare l’evento perché è stata una gogna mediatica e inutile”.
“Il mio live show ad Ostia è stato usato in malo modo da alcuni esponenti politici ed altri. Hanno utilizzato il mio passato (morto e sepolto) e il live show in questione per farsi una campagna elettorale speculando sulla mia persona e immagine in vista delle prossime elezioni. Mi dispiace per tutti i miei fans. Ci rifaremo presto”.
Sul concerto del trapper neomelodico erano state sollevate parecchie polemiche a causa della sua parentela con il boss catanese Salvatore Cappello dal 1993 al 41bis, di cui ne è il nipote, ma soprattutto della canzone che aveva dedicato allo zio nel 2016. Nel brano dal titolo, appunto, “Dedicata a te”, il trapper aveva inserito alcuni versi dal significato inequivocabile: “Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis”.
Versi che non sono andati giù a buona parte dei cittadini e a molti esponenti politici locali che si sono schierati subito contro il concerto di Pandetta, che avrebbe gettato “l’ennesima ombra” su un territorio troppo spesso sotto i riflettori a causa delle azioni della criminalità organizzata.
Dalla sua il trapper aveva risposto ritenendo le “accuse” infondate. “Sono nato e cresciuto in strada, nella mia vita ho commesso molti errori e li ho pagati sempre a caro prezzo. Quando sono tornato in libertà ho inciso il mio primo singolo ed ha avuto un enorme successo ed ha suscitato a molte critiche. Ma ero un ragazzo diverso avevo la testa altrove“.
“Oggi ringrazio sempre di essere cambiato e che l’unica passione che avevo da bambino mi ha salvato dalla strada e permesso di realizzare alcuni dei miei sogni”, concludeva Pandetta.
Ora con la storia Instagram sul profilo del cantante è stato scritto un altro capitolo di questa storia.
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