Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di un sogno che si realizza. Quella di Mirko, 18 anni, una sindrome dello spettro autistico, e tanti desideri, tra questi quello di lavorare come cameriere in una sala bar.
A maggio, con l’aiuto della Fondazione Roma Litorale, che lo segue da quando è bambino, Mirko lancia un appello (leggi qui). Noi lo rilanciamo, un imprenditore locale lo raccoglie e inizia l’avventura, dopo qualche giorno di ambientamento Mirko diventa a tutti gli effetti parte di una famiglia, quella del risto-pub “Casa Clandestina” di Ostia. Mirko è felice, lavora e impara.
“Mi piace molto questa esperienza – racconta Mirko – Mi piace fare molte cose: cocktail, caffè, cappuccini. A fare questo lavoro mi trovo veramente molto bene“.
“Mirko è bravissimo – sottolinea Diego Gianella, gestore di ‘Casa Clandestina’ -. Fa degli ottimi cocktail, ottimi cappuccini. È molto gentile e affabile con i clienti. Sono felicissimo di questa scelta e anzi consiglio a tutti di aprirsi a delle esperienze del genere. Non siamo noi che diamo qualcosa a Mirko ma è lui ogni giorno a insegnarci e regalarci un mondo. Come ‘Casa Clandestina’ abbiamo molti progetti nel sociale. E questo ci sta davvero dando tantissimo”.
“Seguiamo Mirko da quando è molto piccolo – spiega il dottor Andrea Fontana, psicoterapeuta e responsabile dell’agenzia lavoro della Fondazione ISC Roma Litorale -. Ha fatto passi da gigante. Negli ultimi anni ci siamo concentrati molto sulle relazioni sociali, emotive e sulle autonomie e siamo felicissimi che oggi abbia un lavoro che per lui significa tantissimo. Gli dà fiducia e gli apre nuove prospettive per il futuro. Voglio ringraziare a nome di tutta la Fondazione Diego Gianella e Casa Clandestina che ci hanno aperto le loro porte. Il nostro obiettivo come Fondazione, almeno per le disabilità a più alto funzionamento, è provare a rendere autonomi i ragazzi inserendoli nel mondo del lavoro. Per questo abbiamo fondato un’agenzia che ci permette di avere un raccordo con le realtà produttive del territorio e dà la possibilità ai ragazzi di avviare un nuovo percorso della loro vita. I nostri progetti riabilitativi sono ‘long life’. Li seguiamo da quando hanno pochi mesi di vita fino a quando sono adulti. Oggi abbiamo circa 30 tirocini lavorativi oltre a un bar associativo interno nel quale lavorano altri 8 ragazzi. Va precisato che come ente ci facciamo carico degli oneri assicurativi e mettiamo a disposizione un tutor che segue il ragazzo per tutto l’orario lavorativo. Questo permette alle aziende di essere tutelate sempre e in qualsiasi momento”.
Abbiamo deciso di raccontare questa storia perchè, se è vero che adesso è ancora un eccezione dobbiamo tutti lavorare affinchè diventi la normalità.
Servizio di Giorgia Perla
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