Campidoglio e X Municipio hanno abbattuto i pini infestati dalla cocciniglia testuggine. L’esperto: “Sbagliati modi e tempi, è uno scempio”
Cataste di legna e chiome d’albero a terra. Sono ammucchiate da qualche giorno ai lati di via Villa di Plinio dove i giardinieri delle ditte incaricate dal Comune di Roma e dal X Municipio hanno proceduto all’incarico: quello di abbattere i pini a rischio crollo perché infestati dalla cocciniglia tartaruga (nome scientifico Toumeyella parvicornis). Un’operazione, questa, che secondo le norme e stando agli esperti, rischia di causare un disastro.
L’operazione di abbattimento è stata condotta poco più di una settimana fa. Mentre la Polizia locale provvedeva a chiudere al transito via Villa di Plinio, la corsia in direzione di via dei Pescatori, i giardinieri abbattevano intere piante e alcuni dei rami più pericolosi.
Una volta sdraiati, gli alberi sono stati sezionati e lasciati lì, violando le linee guida regionali sul trattamento delle piante infestate da parassiti.
“Ci sono norme precise che vanno rispettare rigorosamente – ricorda Leonardo Perronace, uno dei massimi esperti italiani di arboricoltura ed ex presidente dell’ordine provinciale dei Periti agrari – Basta cercarle sul Burl, il bollettino ufficiale della Regione Lazio. Intanto, la prima violazione consiste nel periodo: gli abbattimenti vanno effettuati nella stagione fredda. Questo è semplice da capire: in estate con lo scuotimento delle chiome si liberano i parassiti che possono volare sugli alberi più vicini e infestarli”. Perronace è dal 2018 che, inascoltato dalle autorità, lanciò il primo allarme sul contagio della cocciniglia tartaruga nei pini inizialmente lungo la via Cristoforo Colombo (leggi qui).
Gli alberi abbattuti vanno subito portati via dal luogo in cui si trovano. “Per la stessa ragione, i resti degli alberi infestati che sono stati abbattuti – conferma Perronace – vanno portati entro breve tempo nel luogo di destinazione finale, che sia un termovalorizzatore o una discarica. Gli insetti, infatti, hanno tutto il tempo per abbandonare la pianta abbattuta e trasferirsi a quelle più vicine”.
Infine, le linee guida impartiscono precise direttive per il trasporto del legname. “Persino per il conferimento dei resti degli alberi infestati da parassiti – segnala Perronace – bisogna seguire un iter molto rigoroso. Va concordato con le autorità preposte il percorso che si deve affrontare per raggiungere il punto individuato e tutto il materiale deve essere tracciato”.
Intanto anche i privati si sono mobilitati per fronteggiare l’epidemia da cocciniglia tartaruga. Al momento l’unica cura autorizzata e sollecitata dal Servizio fitosanitario regionale è quella dell’endoterapia, ovvero l’iniezione di una sostanza nel tronco in grado di raggiungere gli aghi attraverso la linfa e uccidere i parassiti. E’ lo stesso prodotto impiegato con successo per il punteruolo rosso delle palme.
Lavori di endoterapia sono a buon punto presso il campeggio Fabulus e sono iniziati sugli alberi all’interno della tenuta Chigi a Castelfusano (leggi qui). Non si hanno notizie, invece, del campeggio Capitol dove la presenza di cocciniglia tartaruga è particolarmente intensa.
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