Rischio siccità: a Roma multe fino a 500 euro a chi lava l’auto o riempie la piscina

Ordinanza contro il rischio siccità e per il risparmio dell’acqua potabile: vietati tutti gli usi diversi da quello potabile e igienico-sanitario

rischio siccità lavaggio auto vietato

Le alte temperature e il rischio siccità fanno correre ai ripari il Comune di Roma che, in nome del risparmio d’acqua, fissa multe fino a 500 euro per chi ne fa un uso diverso da quello potabile e igienico-sanitario. Scatta, dunque, il divieto di irrigare orti e giardini, riempire piscine e lavare l’auto.

Ordinanza contro il rischio siccità e per il risparmio dell’acqua potabile: vietati tutti gli usi diversi da quello potabile e igienico-sanitario

E’ il senso dell’ordinanza sindacale 144 del 16 agosto firmata da Virginia Raggi dal titolo “Divieto di utilizzo, nel territorio di Roma Capitale, dell’acqua potabile della rete Acea Ato 2 s.p.a. per scopi diversi da quello potabile”. L’ordinanza è stata emessa perchè “a fronte delle elevate temperature osservate e del consistente incremento dei consumi idrici in atto, è necessario contenere il consumo di acqua potabile da usi diversi da quelli domestici, al fine di limitare ai cittadini possibili disagi durante il periodo estivo derivante dalla scarsa disponibilità di risorse idriche, contrastando ogni possibile spreco e/o utilizzo superfluo, rispetto alle prioritarie esigenze d’igiene, d’uso e di servizio domestico”.

Rischio siccità: a Roma multe fino a 500 euro a chi lava l’auto o riempie la piscina 1
L’ordinanza vieta il riempimento di piscine mobili con acqua potabile

Le misure, poi, sono adottate “al fine di evitare possibili conseguenze per l’igiene pubblica” vista “la criticità insorgente dovuta alla scarsità delle risorse idropotabili”.

Pertanto, ordina la disposizione comunale, è vietato l’utilizzo dell’acqua potabileper irrigazione o simili di orti e giardini, per riempimento di ogni tipo di piscina mobile o da giardino, per lavaggio automobili/cicli/motocicli, per qualunque uso ludico o che non sia quello del servizio personale”.

La violazione dei divieti prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da 25,00 a 500 euro.   

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