Con il pretesto di presentare il suo libro, il comico Carmine Faraco ha divertito gli spettatori raccontando aneddoti ed esibendosi nel suo repertorio
Sabato 24 luglio, libreria “Ubik” di Ostia. Esterno giorno, un organo elettronico, un tavolo e decine di sedie. Carmine Faraco, attore cinematografico e cabarettista, festeggia i 40 anni di attività artistica. Con l’occasione presenta il libro “Figlio di un rock” ma si capisce subito che è un pretesto.
La ragione vera per essere in strada, nell’isola pedonale del centro storico, davanti alla libreria più fornita di Ostia, è quella del piacere che Carmine Faraco di stare a contatto con il “suo” pubblico. Molti degli spettatori li chiama per nome, sembra conoscerli uno ad uno. C’è il musicista di un band rock. C’è il fonico del “Seven show”, una delle trasmissioni televisive che con “Colorado” ha dato la notorietà popolare a Faraco. C’è il titolare di una sala teatrale. Ma c’è, soprattutto, la gente di passaggio, che non sa dell’evento e che si ferma ammaliata dalla narrazione coinvolgente dell’attore.
“Figlio di un rock”, dunque, come pretesto per conoscere meglio un beniamino del pubblico. Ma anche come lente d’ingrandimento su una filosofia: non conta la meta, conta il viaggio. E di viaggi il lettore scorrendo quelle pagine ne compie ben tre: nella storia personale di Carmine Faraco, nel rapporto tra un padre e il figlio adorato e nell’Italia delle feste di piazza. “Mi è capitato di esibirmi in un paese di 18 abitanti” ammette con orgoglio. Quindi erano tutti al tuo spettacolo? “No, erano 17 perché uno si è sentito male durante la notte prima”.
Attenzione, però, perchè Carmine Faraco non rivela tutto di sè. Nella sua modestia, infatti, arriva a raccontare solo se sollecitato dall’intervistatore, il giornalista Giulio Mancini, che ha lavorato nel cinema con grandi registi. Per esempio, il suo esordio nel 1981 è nella pellicola di Massimo Troisi “Ricomincio da 3“. Poi, è stato protagonista di un episodio de “Il tassinaro” con il mitico Alberto Sordi. Ha girato con Nanni Moretti e Steno, due giganti della cinematografia nazionale.
Un libro, il suo, che è anche un ripasso delle battute che hanno reso famoso Carmine Faraco, l’uomo dei “Pecchè”. Eh già perché con lui l’uso dell’interrogativo è d’obbligo nel centellinare i brani musicali di maggior successo della canzone italiana e a scoprire i tanti nonsense che si celano dietro i testi, a mettere in luce che spesso cantiamo convintamente brani che non vogliono significare nulla o il suo contrario.
Video di Elisa Palchetti.
canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link e digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.