Pochi affari nel ristorante e se la prendono con gli scavi archeologici. Condannati

Ristoratore e un cameriere condannati per danneggiamento e atti persecutori: erano convinti che gli scarsi affari della trattoria dipendessero dalla presenza di scavi in corso

scavi archeologici

Per il magistrato sono stati loro a dare fuoco agli attrezzi dopo aver fatto pressioni alle archeologhe che lavoravano agli scavi di una necropoli nell’area Portuense. E per questo motivo il ristoratore di 50 anni con un suo cameriere di 30 sono stati condannati per concorso in danneggiamento e atti persecutori.

Ristoratore e un cameriere condannati per danneggiamento e atti persecutori: erano convinti che gli scarsi affari della trattoria dipendessero dalla presenza di scavi in corso

E’ la vicenda che racconta Il Messaggero per fatti che risalgono al periodo compreso tra luglio 2014 e agosto 2015. Secondo la versione sposata dalla Procura (pm Mario Pesci) il ristoratore dopo aver acquistato un ristorante nella zona Portuense per una spesa di 75mila euro circa, si è visto avviare una campagna di scavo proprio di fronte al suo esercizio.

Un gruppo di archeologi della Soprintendenza speciale per il Colosseo ha individuato l’esistenza di una necropoli in quel punto e per questo ha aperto un cantiere.

Secondo il ristoratore, quel cantiere avrebbe oscurato la sua attività, facendo crollare gli affari. Così, sarebbero dapprima iniziate pressioni sulle archeologhe affinchè facessero in fretta e chiudessero nel più breve tempo possibile gli scavi, per poi passare ad azioni intimidatorie concrete.

Secondo la Procura ci sarebbe stata la coppia di ristoratori dietro la rottura di una parte di anfora imperiale rinvenuta negli scavi, di un incendio ai box container del cantiere e a una capanna in lamiera che conteneva gli attrezzi da lavoro e alla rottura delle finestre degli uffici della Soprintendenza.

Lunedì 12 luglio scorso la sentenza del processo: il ristoratore è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione e il suo cameriere a due anni e sei mesi per concorso in danneggiamento e atti persecutori. Il ristoratore è stato ritenuto il “mandante” e per questo ha subito la condanna più pesante. Gli imputati dovranno rendere una provvisionale di 7.000 euro ciascuno a due archeologhe impegnate nel cantiere, parti offese costituitesi entrambe parti civili nel processo.