Sanità

Allarme varianti dall’Organizzazione mondiale della sanità: “non è affatto finita”

E' allarme Oms sul rischio di nuove varianti, mentre l'Ema rassicura sulla protezione dei vaccini disponibili a ciclo completato

Covid: arriva oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità l’allarme sul rischio di nuove varianti ancora più pericolose e più difficili da controllare. Attualmente, rassicura però l’Ema, un ciclo completo dei quattro vaccini anti-Covid disponibili, fornisce comunque un’alta protezione contro tutte le varianti in circolazione, inclusa la Delta.

E’ allarme Oms sul rischio di nuove varianti, mentre l’Ema rassicura sulla protezione dei vaccini disponibili a ciclo completato

Una doccia fredda è arrivata oggi al termine del consueto briefing dell’Oms che si svolge a Ginevra sulla situazione pandemica. E’ in questa occasione infatti, che il comitato di emergenza che si è riunito, ha avvertito che nuove varianti del virus SarsCoV2 potrebbero diffondersi in tutto il mondo rendendo ancora più difficile fermare l’epidemia. 

Sono gli esperti ad affermare che c’è una forte probabilità che emergano nuove e forse più pericolose varianti che potrebbero essere ancora più difficili da controllare e che pertanto non si può assolutamente abbassare la guardia.

Un’allerta che accresce le preoccupazioni, proprio in un momento in cui è evidente la risalita della curva epidemiologica, con un aumento di contagi in tutta Europa. In Italia, il dato preoccupante evidenziato dalla Fondazione Gimbe, è che ancora oltre 2 milioni di over-60 non sono vaccinati e dunque risultino fortemente a rischio. 

L’Agenzia europea dei medicinali (Ema) conferma l’efficacia dei vaccini disponibili

Mentre si teme per l’esplosione di una nuova ondata pandemica legata a nuove varianti di Sars cov2, l’Ema, quantomeno rassicura sulla protezione che allo stato attuale è possibile avere con un ciclo completo di uno dei quattro vaccini anti-Covid disponibili.

Una conferma che tutti i vaccini disponibili forniscono, a ciclo completato, un’alta protezione contro tutte le varianti in circolazione, inclusa la Delta, soprattutto contro la malattia grave e l’ospedalizzazione, arriva anche dalla pubblicazione sulla rivista New England Journal of Medicine dei dati che confermano, l’efficacia del vaccino monodose J&J contro la Delta e la durata della risposta immunitaria per almeno 8 mesi.

L’Agenzia Ue sta inoltre valutando la richiesta di estendere l’uso del vaccino Spikevax di Moderna ai giovani tra i 12 e i 17 anni – vaccinabili al momento solo con l’immunizzante Pfizer – ed una decisione è attesa alla fine della prossima settimana.

Quanto ad una eventuale terza dose, il responsabile Ema della strategia sui vaccini Marco Cavaleri, ha dichiarato:

«è ora troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una dose di richiamo, perché non ci sono ancora sufficienti dati dalle campagne vaccinali e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione del vaccino».

La campagna vaccinale in Italia: “tallone d’Achille sono gli oltre 4,7 milioni di over-60 non coperti dalla seconda dose”

Intanto, procede la campagna vaccinale in Italia. Ma con un ‘tallone d’Achillè che è rappresentato, rileva la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale, dagli oltre 4,7 milioni di over-60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino.

Di questi, 2,2 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose.

Intanto Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, ha ricordato: «per determinare il controllo dell’epidemia dovremmo probabilmente superare l’80% di copertura vaccinale».

A fronte di vaccini efficaci, è dunque estremamente importante immunizzare il maggior numero possibile di persone in Europa, e se l’obiettivo è immunizzare più persone possibile, vari esperti sottolineano come sia anche importante andare ora verso una strategia di vaccinazione che tenga conto di caratteristiche specifiche.

Secondo gli esperti Mario Plebani (Dipartimento Medicina di Laboratorio Università di Padova), Giuseppe Banfi (Ordinario di Biochimica Clinica Università Vita e Salute San Raffaele) e Giuseppe Lippi (Sezione di Biochimica Clinica Università di Verona), va promosso l’utilizzo dei test per la misurazione degli anticorpi anti-SarCov2 e degli anticorpi neutralizzanti nella platea dei soggetti fragili e anziani, al fine di poter meglio programmare una strategia vaccinale anti-Covid ‘personalizzatà.

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