Regione Lazio: al via l'assunzione di 153 medici di Pronto Soccorso. Ecco dove andranno
Finalmente sbloccate le assunzioni per i medici di Pronto Soccorso in 10 Aziende regionali nel Lazio. Alessio D’Amato: “Abbiamo autorizzato il reclutamento di 153 medici d’urgenza per i Pronto Soccorso”.
Indetto un Concorso pubblico in forma aggregata per l’assunzione a tempo indeterminato in 10 aziende regionali di 153 dirigenti medici di Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Urgenza.
Ad autorizzare tale iniziativa con forza e convinzione, a mezzo degli uffici preposti, l’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che riconosce da tempo la grave sofferenza di organico, in cui operano le UOC di PS e Medicina d’Urgenza, emersa nel continuo e fruttuoso dialogo tra il mondo dell’emergenza e le istituzioni aziendali e regionali. All’inizio di giugno di quest’anno anche il Presidente Lazio Simeu, Giulio Maria Ricciuto, aveva lanciato l’allarme circa la carenza di risorse nella medicina d’urgenza (leggi qui).
I 153 Dirigenti, Medici di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, saranno ripartiti nel modo seguente:
SIMEU Lazio, insieme al Consiglio dei Direttori di Struttura Complessa di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, esprimono naturalmente apprezzamento per l’indizione del Concorso e ringraziano sia l’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che la Direttrice Generale dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, dr.ssa Tiziana Frittelli, capofila di questa procedura impegnativa:
“In questo modo – dichiara il presidente Simeu Lazio, Giulio Maria Ricciuto – viene riconosciuta ufficialmente la grave sofferenza di organico, stimata da tempo da SIMEU in 250 unità circa complessive sul territorio regionale, in cui operano le UOC di PS e Medicina d’Urgenza, comunque sempre con grande entusiasmo e risultati oltre le aspettative anche durante le fasi più difficili della pandemia, durante le quali l’attività dei PS e delle Medicine d’Urgenza è stata il vero argine eretto contro la diffusione del virus al resto dell’ospedale e della comunità“.
“Inoltre – prosegue Ricciuto – viene evidenziato che la carenza dei medici, comunque ubiquitaria, affligge soprattutto la periferia, aprendo quindi indirettamente alla discussione sulle modalità di incentivazione e di benessere organizzativo da individuare ed applicare in modo ormai indifferibile, come risulta evidente – concludono – dall’analisi dei flussi dei professionisti e delle specializzazioni da qualche anno“.
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