Il grande salto di Leon de la Vallée, da Fiumicino al Taormina Film Festival (VIDEO)

Il rapper ventenne Leon de la Vallée è il protagonista di “La terra dei figli”, pellicola accolta con successo da domani nelle sale

C’è chi è pronto a scommettere su di lui, sulle qualità artistiche e sulla naturalezza davanti alla macchina da presa. Stiamo parlando di Leon de la Vallée, 20 anni, rapper e attore di Fiumicino, protagonista di un film proposto con grande successo al Taormina Film Festival.

Il rapper ventenne Leon de la Vallée è il protagonista di “La terra dei figli”, pellicola accolta con successo da domani nelle sale

Scenario apocalittico, ispirazione fumettistica, grandi ambientazioni, “La terra dei figli”, questo è il titolo del film in sala da domani, è stato accolto ieri con applausi e molta commozione al Taormina Film Festival. È una sorta di Mad Max nel mondo di Carlo Mazzacurati, l’apocalisse sul Delta del Po: sopravvissuta a una catastrofe globale, ciò che resta della civiltà umana si asserraglia nella laguna di Chioggia in attesa di redenzione o, meglio, dell’estinzione. Tratto dall’omonima graphic novel di Gipi del 2016, il film è stato girato prima della pandemia sotto la regia di Claudio Cupellini (uno degli storici padri della serie tv Gomorra). Un post catastrofe all’italiana diretto con grande maestria e con una fotografia che fa precipitare lo spettatore nell’angoscia.

«È un film duro, c’è tanta violenza – ha segnalato Cupellini in un’intervista de Il Messaggeroma il Covid non c’entra. La terra dei figli è un romanzo di formazione che racconta difficoltà universali: essere padri, trovare la propria strada come figli, vivere in un mondo in cui tutto si dimentica velocemente e la memoria non è più un valore».

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Leon de la Vallée in una scena del film

Protagonista della vicenda è, appunto, Leon de la Vallée, un figlio d’arte: il papà era il compianto Maurizio de la Vallée (scomparso il 20 ottobre 2019) e dell’attrice Gaia Labiso. «Ho sempre voluto fare l’attore, la mia famiglia appartiene a questo mondo e sapevo che prima o poi ci sarei riuscito – racconta a Il Messaggero Leon, in scena nel film dal primo all’ultimo minuto – ho perso mio papà poco prima dell’inizio delle riprese e questa tragedia mi ha fatto sentire molto vicino il personaggio».

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Una tavola della graphic novel di Gipi, ispiratrice del film: in primo piano il protagonista

Non ha un nome il protagonista (“Mio padre mi chiamava figlio“) e Leon è incredibilmente somigliante a quello delle tavole di Gipi. Il giovane attore vive a Fiumicino con la famiglia, ama il fantasy e la musica, e ha unito queste due passioni sviluppando un rap molto personale, con fan importanti (Caparezza, Salmo, Madame), un nome d’arte (Leon Faun) e un disco d’oro per il singolo “Oh Cacchio”: «Sarò presto in un altro film, l’horror Piove di Paolo Strippoli, ma vorrei anche continuare a cantare: è uscito adesso il mio primo album, C’era una volta, e la musica, che all’inizio era un hobby, ora fa parte di me. Talent? Non ne farò, non mi riconosco in quel mondo».

E come esordio non c’è male, considerando la produzione (Fandango), la distribuzione (01 quindi Rai) e i compagni di set: Valerio Mastandrea, Valeria Golino. Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio Ferracane, Maurizio Donadoni e Franco Ravera.

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