Vedevano gratis gli Europei sulla pay TV: 1032 euro di multa per ciascun spettatore (VIDEO)

I responsabili dei servizi pirata rischiano da sei mesi a tre anni di carcere e multe fino a 15.493 euro

Imponente operazione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza in occasione degli Europei di calcio UEFA EURO 2020.

Oscurate 600 risorse informatiche tra server, piattaforme di gestione e siti di live streaming

I militari hanno sferrato un colpo durissimo al fenomeno della pirateria audiovisiva attraverso la trasmissione non autorizzata su rete internet, la cosiddetta “IPTV” – Internet Protocol Television.

Adottato un innovativo sistema di tracciamento che ha consentito di individuare immediatamente tutti i fruitori dei flussi pirata.

Durante il palinsesto di ieri, 17 giugno, tutti gli utenti collegati hanno visualizzato improvvisamente sui propri dispositivi un pannello che li avvertiva che il sito tramite il quale stavano illegalmente visionando il programma era stato sottoposto a sequestro ed i loro dati di connessione rilevati.

Le operazioni della Guardia di Finanza sono iniziate in concomitanza con lo streaming illegale della cerimonia inaugurale avvenuta a Roma lo scorso 11 giugno.

L’intera attività è partita dietro segnalazione della UEFA, titolare dei diritti di trasmissione dell’importante evento calcistico. Erano infatti sempre più numerosi, con l’avvicinarsi della manifestazione sportiva, i portali dediti allo streaming illegale delle partite.

Identificati in tempo reale i “clienti” dei servizi illegali che in Italia si calcola siano qualche decina di migliaia, stimati in circa il 15% dell’utenza internazionale. Saranno tutti raggiunti dalla notifica di contravvenzione e dovranno pagare una multa di 1032 euro.

Situazione ancora più pesante per i responsabili dei servizi pirata che adesso rischiano la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa fino a 15.493 Euro.

Il sistema criminale era basato su piattaforme informatiche di ultimissima generazione, alimentate contemporaneamente da numerose “sorgenti di contenuti” dislocate sul territorio europeo e finalizzate alla trasformazione dei segnali audiovideo protetti da diritto d’autore in flussi dati sistematicamente redistribuiti in tutto il mondo.

Un crimine, la pirateria online, solo apparentemente senza vittime se si tiene conto del grave danno inflitto all’industria dell’audiovisivo: si stima infatti che il settore abbia perso nel solo 2020 oltre 8000 posti di lavoro (dati FAPAV) proprio per effetto di questi fenomeni criminali.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.