Dal 12 giugno, scatta il fermo biologico per i pescherecci di Fiumicino e Civitavecchia: per un mese il pesce fresco sulle tavole romane arriverà da altri mari
Da domani, sabato 12 giugno, niente pesce fresco dai mari di Fiumicino e Civitavecchia sulle tavole dei romani: scatta per un mese il fermo biologico e i pescherecci devono restare in porto.
E’ la prima volta che le marinerie di Fiumicino e Civitavecchia osserveranno il fermo biologico per la pesca a strascico e non più dopo la stagione estiva. Il fermo scatterà da sabato 12 giugno fino all’ 11 luglio e per le due flotte pescherecce laziali arriva dopo che nei mesi scorsi erano state accolte le proposte di quelle marinerie con la pubblicazione del decreto ministeriale.
Oggetto del decreto che viene attuato sono le “Disposizioni in materia di interruzione temporanea obbligatoria delle attività di pesca esercitate mediante l’utilizzo di attrezzi trainati” ovvero le reti a strascico divergenti (OTB), le reti gemelle divergenti (OTT) e/o le sfogliare – rapidi (TBB).
Come categorie della pesca era stata avanzata la proposta di anticipare per consentire la riproduzione di molte specie ittiche, rispettandone i tempi, come ad esempio le triglie, le seppie, i merluzzi, il gambero rosa, le mazzancolle.
«E’ importante che i suggerimenti del comparto della pesca siano stati presi in considerazione ed accolti – commenta l’assessora all’Agricoltura, commercio e attività produttive di Fiumicino, Erica Antonelli – I pescatori conoscono il mare e le sue stagioni e sono i primi ad avere un interesse diretto nella conservazione dello stock ittico e della sua biodiversità». «Inoltre – conclude Antonelli – per consentire una programmazione che tenga effettivamente conto della reale situazione dei nostri mari e delle sue risorse, è fondamentale investire su studi aggiornati e approfonditi, basi indispensabili per una gestione equilibrata del settore».
Anche l’Asta del pesce di Fiumicino osserverà l’ultimo giorno di attività oggi, venerdì 11 giugno, per poi riprendere il 12 luglio.
Il fermo biologico per la filiera ittica di Fiumicino determinerà un grosso contraccolpo economico, non solo per le famiglie di armatori e di pescatori ma anche per le rivendite e, soprattutto, per la ristorazione. E’ bene ricordare, però, che al vicino aeroporto di Fiumicino vengono scaricati ogni giorno quintali di pesce raccolto a poche ore di volo di distanza, principalmente da Tunisia, Turchia e Grecia.
Contrasto della vendita abusiva di pesce
A Fiumicino la vendita abusiva di pesce, al di fuori delle strutture commerciali e dei controlli sulla filiera, è un fenomeno particolarmente presente. Per questo motivo l’amministrazione locale ha deciso di scendere in campo per attuarne un fermo contrasto. “Si è svolta una riunione insieme alla Capitaneria di Porto, la Polizia, i Carabinieri, la Guardia di finanza e la Polizia Locale per mettere insieme una task force che contrasti il fenomeno della vendita abusiva di pesce sulla banchina del porto canale – segnala l’assessore Antonelli – Insieme alle Forze dell’Ordine intervenute sono state pianificate diverse azioni di intervento in merito. Tra i vari impegni presi, quello per una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza all’acquisto di pesce ‘sicuro’: sono troppi i rischi infatti nei quali si può incorrere consumando pesce non tracciato“.
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