Regione Lazio, varata la legge a sostegno dei genitori separati in difficoltà economica

Legge regionale in favore dei genitori separati in difficoltà economica. Queste le misure di sostegno e chi può richiederle

Approvata oggi dal Consiglio del Lazio, all’unanimità, la legge regionale a testo unificato, (n.64 e n. 65), che prevede le misure di sostegno in favore dei genitori separati in condizione di disagio economico e abitativo. Michela Califano: “questo testo riconosce l’importanza del ruolo del genitore nelle diverse fasi della crescita psicofisica dei figli e il loro diritto di trascorrere lo stesso tempo con ciascuno dei genitori.”

Legge regionale in favore dei genitori separati in difficoltà economica. Queste le misure di sostegno e chi può richiederle

La legge, che ha le finalità premesse nell’Art. 1, di riconoscere l’importanza del ruolo genitoriale nelle diverse fasi della crescita psicofisica dei figli e il diritto degli stessi di trascorrere lo stesso tempo con ciascuno dei genitori, “favorisce il mantenimento di un rapporto equilibrato e continuativo dei figli con i genitori, anche dopo la separazione, l’annullamento, lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, dell’unione civile e della convivenza di fatto.

Questi in particolare i punti cardine della Legge, per cui sono state stanziate risorse che ammontano a quasi 4 milioni di euro per il triennio 2021-2023:

  • un contributo di 10mila euro riconosciuto al genitore in condizione di disoccupazione involontaria;
  • uno di 12 mesi per il pagamento del canone di locazione; 
  • un credito di imposta da utilizzare a compensazione delle somme corrisposte per il pagamento dei ticket sanitari;
  • l’individuazione di immobili di proprietà pubblica da destinare ad alloggi con canoni di locazione agevolati;
  • la promozione di protocolli d’intesa con gli enti locali e gli enti pubblici e privati per la concessione di alloggi a canone agevolato.

Chi potrà beneficiare del sostegno

I beneficiari degli interventi di sostegno previsti dalla legge, sono genitori residenti nella Regione Lazio da almeno 5 anni e che si trovano in condizioni di difficoltà economica a seguito della pronuncia dell’organi giurisdizionale all’obbligo di versamento dell’assegno di mantenimento dei figli e di assegnazione della casa familiare all’altro genitore, con un reddito ISEE inferiore ai ventimila euro. Gli interventi di sostegno al reddito previsti dalla legge, sono inoltre cumulabili con le altre misure di sostegno al reddito, previste dalla legislazione vigente.

le misure di sostegno vengono revocate qualora i genitori vengano meno ai doveri di cura e mantenimento dei figli. Inoltre sono esclusi dagli interventi di sostegno i genitori proprietari di un altro immobile oltre a quello assegnato all’atro genitore, o i genitori condannati in giudicato per reati contro la persona (tra cui atti persecutori).

Si tratta di una legge bipartisan: porta, infatti, la prima firma della consigliera regionale del Pd, Michela Califano, assieme a quella del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Sergio Pirozzi. “Le scene di coniugi separati in coda alla mensa della Caritas o che passano la notte in macchina o in un alloggio di fortuna, sono ormai purtroppo sempre più diffuse – spiega la consigliera regionale del Pd Lazio, Michela Califano – Una categoria sempre più a rischio. E la pandemia non ha fatto altro che acuire il grave disagio economico-sociale in cui cadono spesso, a seguito della separazione, padri o madri e di riflesso anche i figli minori. Un fenomeno preoccupante sul quale siamo intervenuti mettendo in campo misure di sostegno concrete”. 

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Nella foto, Michela Califano, consigliera regionale del Pd Lazio

“Questa proposta è a doppia firma, la mia e quella del collega Pirozzi che ringrazio. A dimostrazione che abbiamo portato avanti un disegno che potesse far tesoro delle esigenze e dei punti di vista di tutte le forze politiche del Consiglio regionale, nell’esigenza di aiutare concretamente, con sostegni economici e abitativi il genitore che, dopo la fine del matrimonio, dell’unione civile o della convivenza di fatto, si trova in difficoltà garantendogli così una vita dignitosa e un’autonomia abitativa”.

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