Un daino investito e ritrovato morto nei pressi dell'Oasi del WWF, accende la polemica degli animalisti sul monitoraggio di questa specie
Fregene: rinvenuto nelle ultime ore, un daino morto in via dell’Olivello nei pressi dell’Oasi WWF di Macchiagrande. Si teme che l’animale, sfuggito dall’oasi naturalistica, sia stato investito da un auto di passaggio. Dopo l’annuncio del triste evento, poi, ignoti hanno fatto sparire la carcassa del mammifero, come denuncia con un post il gruppo animalista “Un rifugio per gli animali abbandonati a Fiumicino”.
Una storia triste, di coesistenza tra gli uomini e gli animali selvatici, che vedono troppo spesso come protagonisti indifesi, i daini. Parliamo della loro tutela che è importante, ma altrettanto dobbiamo evidenziare, come questa specie, che dovrebbe essere controllata e contenuta nelle zone di riserva in prossimità delle strade, potrebbe rappresentare anche un pericolo per gli uomini, nella necessità naturale di lanciarsi al di là degli alberi finendo sulla strada, con le conseguenze riscontrate ancora oggi.
L’accaduto, appreso in un comunicato del gruppo animalista “Un rifugio per gli animali abbandonati a Fiumicino”, riporta oltre ai fatti brevemente descritti del ritrovamento anche alcune esternazioni, soprattutto riguardo ad una situazione ormai “caso di studio” in termini di numeri, con la media di 3/4 casi di mortalità accidentale all’anno, in questa zona del Litorale, e la segnalazione ancora più triste della sparizione della carcassa.
“Ennesimo daino morto, investito ieri sera accidentalmente nei pressi dell’oasi del WWF di Fregene. Questa volta é capitato in via dell’Olivetello, e non nella solita via della Veneziana e dintorni, ma stiamo sempre sulla media di circa 3-4 l’anno” dichiarano dal gruppo.
E proseguono, con il porre delle questioni che sperano possano arrivare tramite social, anche a chi può intervenire, sulla situazione “cronicizzata” a danno di tutti, uomini e animali, domandando alla rete:
“Non dovrebbe la struttura dell’Oasi provvedere al ripristino e mantenimento delle recinzioni di confine? I daini, sono monitorati con eventuale microchip? E come vengono curati all’Interno?”
“Perché a livello normativo sia nazionale che regionale non é stata prevista ancora una struttura sanitaria per le cure di questi animali selvatici?”
“Le cure – come evidenzia il membro del gruppo facebook, e autore del post – sembrerebbero da effettuarsi, da parte dei veterinari, esclusivamente sul posto e bisogna pure fare attenzione a non toccarli perché, visto che si devono riprendere da soli da eventuali ferite i traumi per poter affrontare la vita allo stato selvatico. L’odore delle nostre mani – prosegue – potrebbe attirare altri predatori come volpi etc.”
“In altri paesi europei – continua l’attivista – sono addirittura previsti dei sottopassaggi o soprelevate per questi animali, in Italia invece é un problemone pure mettere un semplice palo della luce per loro.”
“Quando ci saranno politici che si prodigheranno seriamente per la salute di queste povere bestioline a prescindere dalla loro razza? Forse non hanno ancora diritti riconosciuti perché ancora non possono garantire un voto di scambio – viene scritto provocatoriamente – o perché non vanno nelle trasmissioni televisive a parlare dei loro problemi del vivere troppo vicino ai centri abitati?”
Intanto, noi come redazione siamo pronti ad accogliere tutte le repliche, o anche delle risposte positive o proposte costruttive, che possano giungere alla soluzione del problema sollevato dai cittadini, condivisibile, soprattutto per gli aspetti che riguardano in generale la tutela delle biodiversità e quella dei cittadini.
Da fonti ufficiali è stato chiarito che a riscontrare il decesso e la presenza dell’animale è stata intorno alle 22,00 di ieri, venerdì 21 maggio, una pattuglia della polizia locale di Fiumicino che, poi, come da procedura, ha attivato la segnalazione per la rimozione del daino. La sorpresa è stata però stamattina quando della carcassa non c’era più traccia né sul tracciato stradale, né sul ciglio e né sullo sterrato, e non si sa chi possa averla rimossa.
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