Finisce la paura covid e gli utenti tornano a intasare il pronto soccorso del Grassi: anche quattro ore d’attesa per i casi meno gravi
E’ cessata la paura del contagio da covid in ospedale e gli utenti tornano a intasare il pronto soccorso. Nelle ultime 24 ore, a cavallo tra sabato 15 e domenica 16 maggio, si sono registrati al Grassi ben 133 accessi. E i casi meno gravi hanno dovuto aspettare anche quattro ore prima delle cure.
Torna la routine a pieno carico per i sanitari del pronto soccorso dell’ospedale “Grassi”. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 133 accessi, un quantitativo di pazienti che ha precedenti solo nell’era pre-covid. Evidentemente è terminata la preoccupazione di potersi infettare nelle sale d’attesa in presenza di persone inconsapevolmente positive. A tal proposito, i dati confermano che tra gli accessi delle ultime ore solo pochissimi sono stati i positivi e con sintomi lievi o addirittura asintomatici.
Tra i pazienti che hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici si iniziano a vedere bambini infortunatisi per l’attività nel nuovo skatepark (leggi qui): almeno tre i giovanissimi infortunati tra distorsioni e fratture.
L’alta affluenza di pazienti al pronto soccorso del Grassi ha comportato come conseguenza diretta lunghe attese per i casi meno gravi: i codici 4 e 5 hanno atteso anche fino a quattro ore prima di essere visitati. Massimo 30 minuti d’attesa per i codici 2 (l’ex codice giallo). I tempi lunghi sono nati anche dalla necessità di attendere gli esiti di esami e radiografie: per le misure di contenimento dei rischi covid, non possono essere accolti più di 43 pazienti contemporaneamente nelle sale interne del pronto soccorso.
Problemi anche per i ricoveri, considerata anche la festività che ha ridotto al minimo le disponibilità.
I sanitari del pronto soccorso del Grassi sono allo stremo delle loro forze. Presenti in numero decisamente sotto organico (leggi qui), attendono le promesse nuove assunzioni. In particolare, si attende con ansia il reclutamento dei nove nuovi medici preannunciati oltre sei settimane fa (leggi qui). In vista dei prevedibili flussi estivi, la situazione resta molto complicata.
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