Ostia Antica, l'area archeologica più grande d'Europa, luogo della Cultura Europea, Cos'è il Marchio del Patrimonio Europeo e cosa prevede questo riconoscimento
L’Area archeologica di Ostia antica, la più grande area archeologica d’Europa, è stata riconosciuta Patrimonio Europeo con il Marchio European Heritage Label della Commissione Europea. Questo riconoscimento, conferito da Bruxelles nel 2020, comporterà la promozione del sito come Luogo della Cultura Europea all’interno delle campagne di comunicazione promosse dalla Commissione Europea. La targa è stata svelata oggi con una cerimonia svoltasi nel Teatro del Parco Archeologico.
Svelata oggi all’interno del Teatro del Parco Archeologico di ostia Antica la targa con il logo del Marchio Europeo, che conferma Ostia Antica come Luogo della Cultura che ha rivestito un ruolo chiave nella storia e nella cultura europea. Ma vediamo fattivamente cosa significa questo riconoscimento impresso sulla targa, che troveremo presto esposta all’ingresso del Parco Archeologico.
Nel 2011 è stata istituita l’Azione Comunitaria Marchio del Patrimonio Europeo allo scopo di valorizzare il patrimonio culturale europeo. Con questa istituzione si intendeva: sottolineare gli elementi di comunanza e di unitarietà delle culture dell’Unione Europea al fine di favorire la conoscenza e la comprensione reciproca fra cittadini europei, promuovere il dialogo interculturale e lo sviluppo del senso di appartenenza all’Unione, e rafforzare l’identità europea consolidando il senso di appartenenza dei cittadini europei sulla base dei principi condivisi e del rispetto dei diritti umani.
Con il riconoscimento del Marchio non è prevista l’erogazione di un contributo finanziario per i siti vincitori, ma essi hanno l’opportunità di esibire il logo del Marchio e di godere della visibilità che esso comporta a livello di promozione e di campagne di comunicazione promosse dalla Commissione Europea. E’ anche importante specificare che il Marchio del Patrimonio Europeo non contrasta né è un duplicato della candidatura alla lista Unesco dei siti del patrimonio mondiale.
“Quel riconoscimento – si legge nella comunicazione del Parco Archeologico di Ostia Antica – conferito da Bruxelles nel 2020, ha visto premiati i valori testimoniati dai resti della prima colonia di Roma: le sue strutture architettoniche e le decorazioni sopravvissute, infatti, parlano la lingua mediterranea dell’integrazione fra popoli e fra individui nati in luoghi diversi. Testimoniano la comune ricerca del benessere attravero la circolazione di idee e di merci, un progetto servito per almeno mille anni dagli abitanti dei paesi affacciati sul Mare Nostrum, non per niente capaci di esercitare la tolleranza religiosa che Ostia Antica esibisce con decine di templi, con una monumentale sinagoga del III secolo, con i luoghi di culto per le più diverse religioni, da Mitra a Cibele, dalla Magna Mater al cristianesimo. Ed aggiungono – La città romana di Ostia antica fu per tutta la durata dell’età imperiale la “porta di Roma”, verso la quale convergevano i traffici marittimi di merci e di persone. La multiculturalità di Ostia è ben evidente in alcuni monumenti, primo tra tutti il Piazzale delle Corporazioni: i mosaici pavimentali rappresentano un atlante figurato delle rotte che solcavano il Mediterraneo ed evidenziano i nomi dei collegi di imprenditori naviganti che impiegavano appena sette giorni di navigazione per raggiungere Ostia dai porti dell’Africa Proconsolare (Sabratha, Syllectum, Cartagine) e ancora meno dai principali porti della Gallia (Narbonne) e della penisola iberica (Tarragona, Cadice).”
Alessandro D’Alessio, Archeologo e Dir. del Parco Archeologico di Ostia Antica, ricorda inoltre che: «mercanti e naviganti a Ostia avevano propri uffici e sedi corporative e costituivano parte del melting pot culturale animato dal crocevia di individui provenienti da ogni parte del Mediterraneo. La circolazione di novità ha fatto di Ostia la porta dei culti che sono penetrati a Roma dal Mediterraneo Orientale. Non sorprende, allora, che Ostia accolga la più antica sinagoga ebraica del Mediterraneo Occidentale.”
D’Alessio conclude, parlando infine di integrazione, in riferimento ad Ostia antica: “se ampliamo lo sguardo al porto imperiale di Roma – ovvero Portus, il porto costruito dall’imperatore Claudio e ampliato da Traiano, comprendiamo come l’integrazione sia un portato della circolazione: una vocazione che il territorio ha conservato, visto che che a pochi metri dal Molo Nord del porto di Claudio sorge oggi l’aeroporto di Fiumicino. Ancora oggi integrazione e circolazione sono i due traguardi ai quali punta l’Europa: integrazione tra popoli diversi all’interno dell’Europa e lungo i suoi confini; circolazione libera dei cittadini all’interno dei confini degli Stati membri, con un’attenta ricerca di eguaglianza dei diritti per tutti.”
canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link e digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.