Microplastiche e microfibre nei fiumi minori Laziali. ENEA, Università di Roma e Universita la Tuscia di Viterbo, ne studiano l'entità, la distribuzione e la provenienza
I ricercatori di ENEA, Università di Roma e Universita la Tuscia di Viterbo, continuano gli studi sulle microplastiche, nei fiumi, sulle spiagge e sulle dune della fascia di costa del Contratto di fiume Arrone.
Venerdì 30 aprile, i ricercatori di ENEA, insieme a studenti e docenti dell’Università di Roma e dell’Università la Tuscia di Viterbo, e i tecnici del contratto di fiume Arrone, hanno effettuato il campionamento primaverile di microplastiche nei fiumi Arrone, Zambra e nelle aree di spiaggia e duna.
Particolare attenzione è stata rivolta alle foci dei fiumi Arrone e Zambra, interessati durante il loro corso da scarichi di impianti di depurazione delle acque reflue civili. A spiegarlo Loris Pietrelli, docente di sostenibilità dei materiali polimerici all’Università di Roma La Sapienza: “Abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle foci dei fiumi Arrone e Zambra, per capire l’entità, la dinamica e la distribuzione delle microplastiche e microfibre, provenienti in gran parte dal lavaggio di capi sintetici in lavatrice. Gli impianti di depurazione non sono stati progettati per contenere la diffusione di questi inquinanti emergenti, e c’è molto lavoro da fare.”
Sono infatti oltre 700.000 le microfibre che si generano in un solo lavaggio, questo è il risultato di studi recenti, che già ci fa capire, che il fenomeno può essere di portata rilevante, pur mancando ancora, dati ed informazioni specifiche in ambienti di acque dolci e marine. Di microplastiche e microfibre rintracciate nell’acqua di mare, abbiamo già parlato in questo articolo (leggi).
“Tre sono le tesi di laurea (con Campus Biomedico, Università La Sapienza di Roma ed Università La Tuscia di Viterbo) in corso di realizzazione – dice Patrizia Menegoni di ENEA – per valutare entità e dinamiche di diffusione delle microplastiche in alcuni fiumi minori Laziali, sulle spiagge attigue e nelle praterie di Posidonia oceanica antistanti alle foci. E aggiunge – abbiamo studiato la presenza di microplastiche nelle egagropile, pallette pelose, risultato della degradazione delle foglie di posidonia e fra qualche giorno inizieremo i campionamenti in mare nelle praterie, per capire come stanno e quanta plastica è presente al loro interno, un lavoro nuovo, un nuovo tassello, dal quale ci aspettiamo interessanti novità.”
Dal lago di Bracciano, attraverso il fiume Arrone sono in atto studi sulle microplastiche nelle varie matrici e per analizzare le specifiche dinamiche. Con il progetto Life Blue Lakes, ENEA sta monitorando le acque del Lago di Bracciano, fonte di acqua potabile per la città di Roma, dal quale nasce il fiume Arrone.
“Il lago di Bracciano è il nostro laboratorio, il 3 e 4 maggio saremo nuovamente in battello e sulle spiagge del lago per il campionamento primaverile di microplastiche, l’obiettivo è definire un protocollo di campionamento e analisi utile per le attività di monitoraggio delle acque dolci delle ARPA italiane” dichiara Maria Sighicelli di ENEA.
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