La plastica che troviamo sulle spiagge e sulle coste laziali proviene per l'80% dal Tevere, dove vengono sversati rifiuti di ogni tipo
La plastica che troviamo sulle spiagge e sulle coste laziali proviene per l’80% dal Tevere, dove vengono sversati rifiuti di ogni tipo. Per contrastare il fenomeno la Regione Lazio ha installato una barriera sul fiume.
Spiagge inondate da rifiuti di plastica, pesci con la pancia piena di pvc, uccelli che muoiono con lo stomaco invaso da buste e oggetti non biodegradabili. Un fenomeno che sta assumendo proporzioni ogni anno più terribili: per porvi un argine la Regione Lazio, in collaborazione con il Comune di Fiumicino e la Capitaneria di Porto, ha installato una barriera galleggiante sul Tevere, all’altezza di Ostia Antica. Dalla sua prima attivazione, nell’ottobre 2019, il dispositivo – insieme alla seconda barriera sull’Aniene – ha bloccato finora 3mila chili di spazzatura al mese, sversati nel fiume e pronti a finire sulle nostre coste.
“La Regione Lazio crede molto in questo progetto di barriere ‘acchiappa-rifiuti’ sul fiume Tevere e sull’Aniene. – spiega Cristiana Avenali, responsabile contratti di Fiume della Regione Lazio – Il primo obiettivo è quello di raccogliere concretamente i rifiuti e far si che la plastica non arrivi in mare e che quindi si trasformi in microplastica ritornando nelle nostre catene alimentari. L’80% dei rifiuti che arrivano nei nostri mari proviene dall’entroterra e quindi dai fiumi. Servirebbe un maggiore controllo sugli sversamenti e sullo smaltimento illegale dei rifiuti”.
Il consorzio Co.Re.Pla. Si occupa di recuperare i materiali intercettati dalla barriera e avviarli al corretto smaltimento. La maggior parte è costituita da plastica, che viene regolarmente riciclata.
“Le barriere acchiappa-plastica sul Tevere e Aniene – aggiunge Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – sono una delle esperienze migliori in termini ambientali che possiamo raccontare dal nostro territorio a tutto il resto d’Italia e non solo. Il quadro integrato vede anche la raccolta delle plastiche da parte dei pescatori, ma anche la diminuzione delle plastiche monouso. Conclusa la fase progettuale nel prossimo giugno, chiederemo formalmente che l’attività delle barriere possa proseguire nel tempo, perchè sono una delle cose più belle messe in campo in termini di riqualificazione ambientale dalla nostra Regione“.
“Noi come Lipu – spiega Alessandro Polinori, responsabile Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia – abbiamo studiato che ormai la plastica nei corpi animali è presente in circa il 90% degli esemplari, rispetto al 5% degli anni ’60. E’ stimato che nel 2050 arriveremo al 99%. Quindi ben venga questa barriera e che diventi un elemento permanente di tutela dei nostri mari”.
Il progetto barriera termina però a giugno 2021: le associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente e Lipu, chiedono che venga rinnovato, ampliato e reso permanente.
Servizio di Siria Guerrieri
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