I crediti di carbonio sono un meccanismo che proviene direttamente dai Trattati di Parigi per il clima
I crediti di carbonio sono un meccanismo che proviene direttamente dai Trattati di Parigi per il clima. Questi prevedono che le aziende si impegnino a ridurre la loro parte di emissioni di carbonio, fino a raggiungere una soglia minima.
Per la quota che non riescono ad azzerare dovranno acquistare dei crediti di carbonio su un mercato volontario, frequentato da tutti gli investitori internazionali. Questo strumento economico consente di ottenere degli scambi tra aziende virtuose (che riescono a vendere i crediti inutilizzati perché si è raggiunta la soglia minima) e aziende più inquinanti, che si vedono costrette a spendere in acquisto di crediti.
E’ chiaro che il mercato volontario degli scambi dei crediti di carbonio sia particolarmente utile, in quanto senza imporre tasse o sanzioni alle aziende, si inducono queste ultime verso politiche green, rendendole l’opzione più conveniente.
Fra il 2008 e il 2013, la crisi finanziaria aveva causato un calo dei prezzi di questi crediti di emissioni di carbonio pari a più dell’80%. Invece ad oggi, secondo l’Emissions Trading Worldwide status Report 2021, pubblicato dall’International Carbon Action Partnership (ICAP), i crediti sembrano essere usciti molto meglio dalla pandemia.
Inoltre la quota di emissioni di CO2 coperta è quasi raddoppiata nell’ultimo anno, soprattutto grazie all’entrata in funzione dell’ETS ( Emission Trade System) Cinese.
Ovviamente al principio, con il lockdown di marzo 2020 e il crollo della produzione e della domanda di energia, i prezzi delle quote erano sprofondate ma già a giugno i segni visibili di ripresa iniziavano ad apparire.
In ogni caso, per quanto riguarda esclusivamente l’area Europea, i prezzi delle quote a fine del 2020 erano superiori del 45% rispetto al valore di inizio anno. Anche in Nuova Zelanda l’aumento è stato impressionante, toccando il 41%. In Nordamerica, poi, vi è stato un rialzo del 43%.
Probabilmente la resilienza dei crediti di carbonio può essere fatta risalire a due fattori: il primo è la presenza di strumenti che rendono più prevedibile il mercato e possono assorbire almeno in parte gli scossoni, il secondo è la volontà politica dei governi, che lasciano intendere chiaramente che il numero di quote disponibili nei prossimi anni continuerà a scendere.
Questi due fattori consentono di tenere alti i prezzi dei crediti, dando una prospettiva di lungo periodo più stabile.
Alessia Pasotto
Dottoressa in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo,
su Instagram @natur_ale_
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