Antonio Del Greco, già capo della Omicidi di Roma e alto dirigente della Polizia di Frontiera, conosce bene il litorale e interviene su quanto trasmesso domenica 18 aprile
Per il superpoliziotto Antonio Del Greco, dirigente ai massimi livelli della Polizia di Stato e oggi direttore generale dell’Italpol, lo spettacolo offerto dal docufilm “Ostia criminale – La mafia di Roma” è stato “imbarazzante”.
Non usa mezzi termini Antonio Del Greco, romano di nascita ma ostiense di adozione, nel concordare quanto già da noi criticato in questo articolo. Lui di fatti criminali e di sicurezza territoriale se ne intende. Del Greco ha trascorso 38 anni in divisa e da dirigente della sezione Omicidi della Questura di Roma ha seguito alcune dei casi più complessi risolvendo l’omicidio del “Canaro” alla Magliana, la ricerca e la cattura di Johnny lo Zingaro, il delitto di via Poma con l’assassinio di Simonetta Cesaroni e contrastato la Banda della Magliana. A livello di prevenzione e sicurezza, si è occupato di eventi ad alto rischio per l’ordine pubblico come la finale di Champions League a Roma del 2009, il G8 alla Maddalena, i mondiali di nuoto nella Capitale. Fino al 2016 è stato dirigente della Polizia di Frontiera V Zona che comprende lo scalo di Fiumicino e gli altri aeroporti del Centro Italia.
Oggi si lascia andare ad un giudizio tagliente sulla trasmissione del docufilm “Ostia criminale – La mafia di Roma”. “Ho seguito con estrema attenzione quanto trasmesso ieri sera in tv a proposito di Ostia – dice – Sinceramente ho trovato imbarazzante trasmettere le interviste fatte alle sole forze dell’ordine e a personaggi che hanno tutto l’interesse a parlare di mafia. Io che ho vissuto con queste storie combattendole realmente, e non giocandoci come questi signori, credo di poter dire che nel quartiere c’è criminalità come in ogni altro quartiere di Roma e che nessun negoziante onesto è stato mai taglieggiato da chicchessia“.
“E’ vero – prosegue Antonio Del Greco – ci sono stati momenti di alta densità criminale, ma questa situazione è stata voluta principalmente dai politici che, fino a poco tempo fa, hanno pensato che un territorio come quello di Ostia (distante 30 km da Roma che, seppur apparentemente vicina, è lontanissima se non si ha una forza stanziale sul territorio) con una popolazione tanto quanto Firenze o Bologna potesse essere controllata da un commissariato di polizia con meno di cento uomini di organico. La situazione attuale, con gli arresti operati e la mancata radicalizzazione sul territorio di questi criminali causa la numerosissima quantità di persone oneste presenti , è estremamente simile a quella di tanti altri quartieri a Roma. I governanti e gli amministratori locali anziché rincorrere le forze dell’ordine in terreni non propri (per poter giustificare i loro ritardi ed inefficienze) pensassero di più al territorio ed alle persone oneste che vi abitano. Ostia è bellissima ed è abitata da persone per bene e non da mafiosi. Basta con questi cliché”.
Secondo la graduatoria Auditel sui dati di ascolto di domenica 18 aprile, il docufilm “Ostia criminale – La mafia di Roma” si è classificato all’ultimo posto tra le trasmissioni in prima serata dei network nazionali con 305.000 spettatori e uno share dell’1,2%. Sullo stesso network il programma “4 alberghi” ha raccolto 519.000 spettatori e il 2%.
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