Il coniglio può essere il miglior amico per affrontare una malattia cronica. Una storia emozionante dagli Stati Uniti, racconta come questo accade con il Parkinson
Siamo abituati a pensare da sempre, che sia il cane, la specie più comune di animale scelto per dare supporto emotivo ed anche fisico, all’uomo, con varie disabilità e malattie croniche. Ma ci sorprenderà sapere, che in realtà, è il coniglio domestico, l’animale da compagnia che ha un’efficacia terapeutica migliore per alcune “missioni” di supporto emotivo (talvolta impossibili), con le persone afflitte da malattie mentali e degenerative (Parkinson). In questi casi, più o meno difficili, il coniglio può rivelarsi un vero amico silenzioso e quasi uno psico-terapeuta.
Questi animali discreti e diffidenti, nascondono infatti qualità impareggiabili, e come specie, hanno molti tratti e caratteristiche che possono effettivamente renderli animali domestici ideali, per fornire supporto mentale ed emotivo ai loro custodi. Custodi non padroni, insomma.
Una storia emozionante, riportata dalla rivista scientifica Parkinson’s News Today, e che avvalora queste qualità terapeutiche dei conigli, arriva dagli Stati Uniti.
E’ la testimonianza di un uomo, che a pochi anni dal salvataggio di un coniglietto trovatello, riceve una diagnosi di morbo di Parkinson in età relativamente giovane, che lo fa cadere in una terribile depressione, che rischia di dare un pericoloso vantaggio alla malattia. “E’ proprio allora – racconta l’uomo – in questa situazione particolarmente critica, che il mio Budgie (il nome del coniglietto) mi ha aiutato a sopravvivere.”
“Come può una una palla di pelo da 4 Kg, aiutare qualcuno con il Parkinson? Più di una volta – testimonia l’uomo – quando ero nel profondo della disperazione per la mia situazione di salute, finivo accovacciato per terra sul pavimento a piangere. E Budgie veniva da me a riempirmi di baci da coniglio. Le mie lacrime, finivano sul pelo di questo piccolo amico (così grande), che sembrava percepire tutte le mie emozioni e non mi faceva mai sentire solo. Che altro!? Vivere con un coniglio, mi ha insegnato alcune lezioni preziose. Budgie mi ha aiutato a: vivere il momento, essere più paziente e mantenere la risata nella mia vita.”
“Budgie mi fa alzare dal letto la mattina. Se non gli do da mangiare secondo il suo programma, farà un baccano spingendo la ciotola del cibo. Se vuole attenzione, specialmente quando cerco di meditare in un’altra stanza, creerà molto rumore con tutto quanto quello che può servire allo scopo o battendo la sua zampa (come il leprotto Tamburino della Disney). In quel momento dimentico che ho il Parkinson e mi rendo conto che Budgie ha bisogno di qualcosa da me.”
“Poiché i conigli sono animali da preda, tendono ad avere paura della propria ombra e non si fidano automaticamente degli umani. Ci vuole un bel po’ di impegno per costruire una relazione con un coniglio. Inizialmente un coniglio può essere timido, spaventato, indipendente ed esitare a fidarsi di un essere umano. Ho sviluppato per questo molta pazienza, aspettando che Budgie si sentisse a suo agio con me. Gli ci è voluto molto tempo per rendersi conto che non lo avrei mangiato a pranzo! Ora che provo la bradicinesia, un sintomo del Parkinson, posso diventare impaziente con me stesso quando non riesco a vestirmi la mattina. Tuttavia, la pazienza che ho sviluppato mentre mi prendevo cura di Budgie, mi ha aiutato ad affrontare meglio la mia lentezza di movimento.“
“Le buffonate di Budgie non mancano mai di farmi sorridere o ridere. Quando una volta ho dimenticato di mettere la sua lettiera nel recinto, lui ha deciso piuttosto provocatoriamente, di usare la sua ciotola di cibo. Invece di sgridarlo ho sorriso, e non l’ho più messo in quella situazione difficile! Le risate e me ne sono accorto – conclude l’uomo – possono alterare i livelli di dopamina e serotonina che si riducono notevolmente nella depressione che colpisce almeno la metà dei malati di Parkinson.”
Sebbene questo strepitoso coniglietto, non potesse fornire assistenza fisica o equilibrio e supporto come un cane guida, la sua compagnia ha rappresentato un ottimo supporto emotivo per la riduzione dei segni di depressione del suo umano malato, tipica conseguenza del Parkinson. La natura calmante di un animale da terapia o di supporto emotivo (sì, anche un coniglio), può aiutare ad alleviare l’ansia, rilasciare endorfine e ridurre lo stress.
Se stiamo pensando di prendere un animale domestico per supportare un familiare malato di Parkinson o più semplicemente per provvedere ai bisogni di salute mentale nostri, e dei nostri figli, ecco alcuni informazioni di servizio in più, per prendere in considerazione, un coniglio invece di un animale domestico più tradizionale.
Infine, i conigli hanno una lunga durata di vita. Ci si può aspettare che i conigli domestici che sono ben curati vivano circa 10 anni, a volte più a lungo. E questo aspetto, che si tratti di un coniglio, di un cane, un gatto o un pappagallo, ha un valore enorme soprattutto dal punto di vista emotivo, quando stiamo per accogliere in famiglia un nuovo amico peloso.
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