E’ morto Simon Keay, lo studioso che scoprì il grande Colosseo di Portus e Ostia

Il mondo dell'archeologia piange la scomparsa del professor Simon Keay, lo studioso che ha scoperto le grandi strutture romane presenti a Portus

il professor Simon Keay a Portus

Il mondo dell’archeologia piange la scomparsa di Simon Keay, lo studioso che ha portato un enorme contributo nelle scoperte del parco archeologico di Portus, alla foce del Tevere. A lui e ai suoi collaboratori, si devono per esempio l’individuazione delle fondamenta di un anfiteatro grande quasi quanto il Colosseo e la presenza di enormi cantieri navali al servizio dell’imperarore Traiano.

Il mondo dell’archeologia piange la scomparsa del professor Simon Keay, lo studioso che ha scoperto le grandi strutture romane presenti a Portus

Simon Keay avrebbe compiuto 67 anni tra un mese. Sono i responsabili del Parco Archeologico di Ostia Antica ad aver comunicato la prematura scomparsa dello studioso. «Il professor Keay faceva parte del Comitato Scientifico del Parco – si rende noto dal Parco Archeologico – ma soprattutto è stato un eminente studioso dell’archeologia e della storia dei porti e del commercio nel mondo romano. Simon Keay è stato una figura fondamentale negli studi su Portus a Fiumicino ed Isola Sacra, nel comprendere le articolazioni del grande porto di Roma imperiale con Ostia e il Trastevere Ostiense. Oltre all’autorevolezza dell’archeologo ci mancheranno la gentilezza dell’uomo e la passione che traspariva dal suo sguardo, ogni volta che parlava di Portus».

Sui social amici e parenti hanno pubblicato il seguente ricordo: “La conoscenza di Simon dell’archeologia romana era immensa. Mancherà molto come amico, collega, mentore, insegnante e tutor di una generazione di studenti, del personale e degli ex studenti di Southampton“.

Il professo Simon Keay con il suo team hanno indagato in particolare l’area di Portus dal 1998, concentrando dal 2007 le ricerche nell’area del Palazzo Imperiale. Qui la campagna di scavo durata tre anni è stata condotta in collaborazione con la British School at Rome, l’Università di Southampton (nella quale Keay era docente di Archeologia Romana) e l’Università di Cambridge.

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Una ripresa dall’alto delle fondamenta dell’anfiteatro individuato a Portus

Tra le scoperte più importanti di Simon Keay c’è quella comunicata al mondo a ottobre del 2009: l’individuazione di un “Colosseo” nelle rovine del Porto di Traiano. Venne descritto come un anfiteatro in scala, di dimensioni inferiori a quelle del più noto Anfiteatro Flavio, ma grande almeno quanto il Pantheon di Roma, di 42 metri di lunghezza e 38 di larghezza, alto una decina di metri.L’unicità del rinvenimento – spiegò allora l’archeologo – è data dal fatto che questo anfiteatro in scala ridotta rispetto al Colosseo, era chiuso nel Palazzo Imperiale, quindi non visibile dall’esterno, molto probabilmente un luogo privato per un godimento esclusivo dell’ufficiale pretore che gestiva il posto“. Databile al III secolo dopo Cristo, quindi successivo a Traiano, la struttura sarebbe stata già individuata nel “teatro” indicato da Rodolfo Lanciani durante gli scavi del 1868.

Al lavoro di Simon Keay si deve anche la miglior definizione delle dimensioni del Palazzo Imperiale di Portus, direttamente affacciato sul mare, dei Navalia, enormi cantieri navali al servizio dell’imperatore, e dei traffici di marmi che approdavano a Ostia.

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