Dal genio dell'Architettura del paesaggio giapponese, Ken Nakajima, alla tradizione dei Sakura all'EUR, ecco i giardini giapponesi di Roma
Se a primavera, passeggiando nei parchi di Roma, ci capita di restare incantati ad ammirare delle esplosioni floreali di color rosa intenso, disposte ad arte, mentre ascoltiamo i suoni ritmati di leggere cascatelle d’acqua, vuol dire che ci troviamo immersi, in uno degli splendidi giardini giapponesi, realizzati nella capitale, dall’Architetto Takeshi “Ken” Nakajima.
Un vero genio dell’Architettura del paesaggio giapponese, Ken Nakajima, al quale fu conferito l’Ordine del Sol Levante dall’imperatore Hirohito, per aver promosso la cultura giapponese in tutto il mondo, sin dal 1957, anno di fondazione della sua società Consolidated Garden Research, con sede a Tokyo, esportò tutta la sapienza e l’armonia della progettazione dei giardini, appresa all’Università dell’Agricoltura di Tokyo, in tutto il mondo, e in Italia, particolarmente a Roma, nel Giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura, e all’interno dell’Orto botanico, che ogni anno, grazie al suo meraviglioso allestimento botanico, ci ricordano l’arrivo della primavera.
A ridosso del centro storico, precisamente a via Antonio Gramsci n°74 , sorge questo piccolo ma grazioso giardino giapponese, visitabile in una mezz’ora. Un breve tempo, che consente di percorrerlo tutto, cogliendone la piena bellezza, specialmente tra i mesi di marzo e aprile.
La visita di questo tesoro dell’architettura botanica, che si svolge solo su prenotazione in determinati periodi dell’anno, in autunno, ma soprattutto in primavera, durante la quale si può assistere alla fioritura dei Sakura (i ciliegi in fiore), porta i visitatori a cogliere in pieno la cultura giapponese, che rinuncia al gigantismo, specialmente quando l’ispirazione viene dalla natura, cui l’uomo guarda con ammirato rispetto, senza avere la pretesa di sfidarla.
Il giardino con laghetto (sen’en), primo del suo genere in Italia, su progetto di Ken Nakajima, circonda il palazzo sede dell’Istituto Giapponese di Cultura, edificato nei primi anni 60 del XX secolo con tecniche moderne su progetto dell’architetto Yoshida Hisoya, ma che richiama l’estetica di una dimora signorile dell’epoca Heian (IX-XII secolo) inserendosi armoniosamente nell’ambiente, e dominando dall’alto la spianata di Valle Giulia. E così, nella totalità di questo luogo, sono presenti alcuni elementi essenziali della natura, quali l’acqua, che praticamente circonda il fabbricato; e la terra che è il palazzo stesso divenuto isola in mezzo al laghetto. Ma anche gli elementi statici come le rocce, provenienti dalla Toscana, e quelli dinamici che sono le piante presenti nel giardino, e che lo fanno vivere, in un riuscito connubio di specie giapponesi ed essenze locali: il ciliegio (sakura), la pianta simbolo per eccellenza del Giappone, ma anche l’ulivo, simbolo della civiltà italiana e mediterranea.
A seguito dell’ordinanza del Ministero della Salute del 12 marzo 2021, quest’anno, così come per il 2020, gli accessi al pubblico terranno conto delle disposizioni anti-Covid. Sarà pertanto necessario contattare l’Istituto Giapponese di Cultura, per le informazioni riguardanti la ripresa delle visite che richiedono comunque la prenotazione obbligatoria.
Il giardino, qualora sia possibile accedere per motivi di studio e lavoro, può essere comunque ammirato anche dall’interno, affacciandosi allo tsuridono (balcone o veranda). Dall’alto è infatti possibile avere una visione pressoché completa del giardino.
Un angolo di bellezza ignorato da molti, seminascosto alle pendici del Gianicolo, è il giardino giapponese all’interno del grande Orto Botanico di Roma (a Largo Cristina di Svezia, 23 A), il secondo progettato da Ken Nakajima.
Ricco come da tradizione, di giochi d’acqua, di una ridente cascatella al centro, due laghetti e una pagoda, che consente di sostare nella contemplazione.
L’architetto, anche qui, con la sensibilità che lo ha contraddistinto anche nell’altra sua opera romana, appunto il Giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura, non ha voluto introdurre eccessivi elementi esotici e non ha voluto privilegiare alcunché, alternando essenze giapponesi a quelle locali, quelle sempreverdi alle caducifoglie.
Il 16 e 17 aprile presso l’Orto Botanico di Roma si terrà la cerimonia dell’Hanami (leggi sotto). Per potervi prendere parte è obbligatoria la prenotazione presso questo link. Il programma prevede visite guidate dalle ore 9,00 alle 18,00 di gruppi accompagnati, partenza ogni 10 o 15 minuti.
Ma il senso della bellezza e della contemplazione della cultura giapponese, è presente anche in altri luoghi della città. E alla ricerca dell’Hanami, termine che indica propriamente il godere della fioritura degli alberi e del cambiamento delle stagioni, ed in particolare l’arrivo della primavera, si arriverà inevitabilmente a passeggiare all’ombra della fioritura dei ciliegi al Laghetto dell’Eur, che si trasforma in un angolo di oriente proprio in primavera con il trionfo dei Sakura, ovvero gli alberi di ciliegio, celebrati nella tradizione nipponica per le virtù che il germogliare di queste piante meravigliose, richiamano: coraggio, lealtà e purezza.
Una scenografia che vede alternarsi ai colori e profumi dei fiori, la luce del lago, e i favolosi giochi d’acqua delle cascate, visibili dal ponte pedonale Hashi.
Per maggiori informazioni sui giardini giapponesi di Roma:
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