L'amministrazione ha scelto di inaugurare l'opera nel giorno del "Natale di Roma".
Ormai è ufficiale l’inaugurazione della fontana dello Zodiaco all’interno della rotonda di Piazzale Cristoforo Colombo si farà il 21 aprile, in concomitanza con il “Natale di Roma“.
Come avevamo annunciato (leggi qui) la Rotonda Cristoforo Colombo con la sua fontana dello Zodiaco, stanno per riaprire. Lo scorso 24 marzo sono trascorsi cinque anni dalla chiusura del belvedere. Ma finalmente i lavori di restauro sono terminati e il taglio del nastro è in dirittura d’arrivo.
Oggi, giovedì 8 aprile, è stata rimossa la staccionata di legno posizionata per nascondere la “vergogna” in occasione del preannunciato arrivo del Presidente della Repubblica alla Festa della Polizia di tre anni fa.
Quella che è sempre stata un simbolo di Ostia torna a disposizione della città. Non sono mancate le polemiche per il degrado che nel tempo ha regnato intorno alla rotonda e soprattuto in merito ai costi sostenuti dal Comune per realizzarla.
A questo proposito abbiamo ricevuto questa nota dell’associazione Labur:
“Non è di competenza del Municipio, è costata 4 volte tanto ed è spacciata per opera d’arte. – si legge nella nota – La cosiddetta “fontana dello Zodiaco” ad Ostia, al termine della via Cristoforo Colombo sul belvedere antistante la rotonda, verrà inaugurata il 21 aprile con tanto di banda e libro fotografico, seppure il restauro, partorito dal M5S sotto il segno dello Stadio della Roma, era stato annunciato due anni fa, il 29 marzo 2019.
Falso quanto afferma la Sindaca: la fontana non è stata progettata dall’Ingegnere Pier Luigi Nervi. Fu infatti realizzata con materiale di reimpiego dalla ditta Colantoni per conto di ACEA e inaugurata il 4 novembre 1957. La fontana si sovrappose sulla ‘rosa dei venti’ della precedente pavimentazione, terminata sempre dalla stessa ditta il 15 dicembre 1954, dove sono raffigurati con lastre di travertino di Bagnoreggio i 12 segni dello zodiaco.
Gli interminabili lavori di restauro sono stati eseguiti con i fondi destinati alla manutenzione stradale avendo Roma Capitale considerato la fontana come pertinenza del lungomare Amerigo Vespucci e avendo interpretato a suo modo l’art.14 del decentramento amministrativo, grazie agli atti prodotti dall’instancabile ex direttore del Municipio Roma X, Nicola De Bernardini (quello della pista ciclabile decretata illegittima dal Ministero dei Trasporti e su cui sono in corso gli accertamenti da parte della Procura).
La fontana è dunque un asino spacciato per purosangue in una imbarazzante campagna elettorale. Voluta dall’uscente Sindaca di Roma, la fontana è stata restaurata con una discutibile operazione da parte del Municipio X che non ne aveva la competenza (motivo per cui è rimasta ferma per anni), utilizzando fondi pubblici per inscenare un evento epocale.
Ricordiamo che l’area è stata chiusa al pubblico nel 2017 e che in precedenza ci sono stati solo 3 interventi di restauro: quello del 1993, a cura dell’Ufficio Tecnico della XIII Circoscrizione, e quelli del 2001 e 2005, a cura della competente U.O. Monumenti Medievali e Moderni della Sovrintendenza Capitolina, che aveva previsto, per gli stessi lavori eseguiti ora e per la stessa durata, un importo di soli 140.000 euro, cioè un quarto della spesa attuale.
Il Municipio Roma X infatti ha speso oltre 500.000 euro: 310.939,12 euro per l’importo contrattuale lordo, altri 130.000,00 euro per ‘interventi di completamento’, più 56.000,00 euro per l’illuminazione pubblica, 8.000,00 euro per gli allacci e altri 7.000,00 euro come incentivazione per le funzioni tecniche. A questi importi si devono aggiungere 35.000,00 euro a Risorse per Roma Spa per la progettazione e la spesa di oltre 15.000,00 euro per mille copie del libro del fotografo Pino Rampolla che sarà presentato all’inaugurazione del 21 aprile per documentare questo finto ‘tesoro architettonico del nostro territorio’, come lo ha definito Virginia Raggi.
La storia di questo scandalo avrebbe origine 4 anni fa nelle attività condotte dal consigliere comunale, Paolo Ferrara, ex capogruppo capitolino del M5S dimessosi a giugno 2018 dopo esser stato coinvolto nelle indagini della Procura di Roma sullo Stadio della Roma. Se anche in questi giorni il GIP ha archiviato la posizione di Ferrara, restano prove inconfutabili dei rapporti tra lui e Luca Parnasi.
Attendiamo a questo punto la data del 21 aprile 2021 per sapere cosa ci racconterà Virginia Raggi sulla regolarità contabile dell’opera, sull’inquadramento urbanistico della stessa (ricordiamo che la fontana incide su area del Demanio Pubblico, ramo Marina Mercantile) e sulla vicenda che la lega allo Stadio della Roma, considerato che la Sindaca sarà testimone al processo, chiamata da Marcello De Vito, imputato, attuale presidente del Consiglio Capitolino”. – conclude la nota.
Quello espresso è il parere dell’associazione Labur, Laboratorio Urbanistico, libero organismo associativo che si è già distinto in altre battaglie amministrative in nome della legalità e del rispetto delle procedure. Le affermazioni contenute nella nota, pertanto, sono ascrivibili alle opinioni di Labur e non rappresentano quelle della redazione.
Foto gentilmente concessa da Emanuele Valeri
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