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La notte prima degli esami ai tempi del coronavirus

Diamo voce ai maturandi ai tempi della pandemia da coronavirus. Tra Dad, esami con limitazioni e prospettive incerte

Speranze inesistenti e sogni disattesi, ma c’è anche chi nello zaino, tra matite e quaderni per gli appunti, mascherina e igienizzante da coronavirus, mette la voglia di riscatto e la possibilità di costruirsi un futuro abbattendo le barriere dello schermo e della tanto discussa DAD.

Diamo voce ai maturandi ai tempi della pandemia da coronavirus. Tra Dad, esami con limitazioni e prospettive incerte

La scuola a casa: migliaia di studenti dietro uno schermo e la vita accademica che, dai banchi di scuola, si sposta su una scrivania condivisa col fratello o sul tavolo della cucina, con tutte le difficoltà di concentrazione che una situazione come questa comporta. Zero interazioni e spazi sempre più stretti. Come la stanno vivendo i nostri ragazzi?

Lo abbiamo chiesto ad alcuni di loro, ecco come ci hanno risposto.

Come ti senti? 

Francesca Romana S. (18 anni), che presto prenderà la maturità classica, non si sente felice ed è insoddisfatta soprattutto della Dad: “Ho la sensazione che la mia maturità valga meno dei precedenti anni perché è falsata da tanti fattori. Ad esempio, la scala di votazioni è cambiata. Il massimo a cui possiamo aspirare nelle interrogazioni in Dad è 8 decimi piuttosto che 10, e questo ha fatto crollare la mia media. Mi domando cosa possa succedere alla maturità”.

David F. (20 anni), frequenta l’ultimo anno dell’Istituto Tecnico, afferma “Sono stanco, sempre molto stanco, ma soprattutto mi sembra di vivere ogni giorno la stessa identica routine senza poter cambiare nulla. Oltretutto, mi sento un peso per la famiglia e per la società: prima avevo l’opportunità di portare qualche decina di euro a casa lavorando il weekend ma ora è tutto fermo”.

Alessandro B. maturando al liceo scientifico Democrito, è una voce fuori dal coro: “Non voglio offendere nessuno, ma io vivo in maniera serena, i miei continuano a lavorare da casa e io ho tanto tempo a disposizione e il modo per vedere i miei amici lo trovo sempre”.

Riesci a trovare un’utilità in tutta questa situazione? 

Per Alessandro B. l’utilità sta nella possibilità di abituarsi più facilmente ad un cambiamento irreversibile. “Ormai il mondo del lavoro è cambiato, le aziende saranno molto più incentrate sullo Smart Working. Noi ragazzi siamo avvantaggiati sia perché siamo nati in un mondo già molto avanzato tecnologicamente e sia perché abbiamo imparato a gestire lo studio da casa. Insomma, non faticheremo come ho visto faticare mio padre che di tecnologia non è molto pratico”.

Francesca Romana S. è felice di aver avuto l’occasione di passare più tempo con suo fratello e sua madre e sicuramente lo stare a casa per tanto tempo ha giovato alla qualità e al suo impegno nello studio “al prezzo di qualche pomeriggio fuori con gli amici”. 

Cosa ti fa paura oggi? 

Ciò che spaventa Luca P. è l’incertezza del futuro. “Nessuno – dice – riesce a capire neanche lontanamente che tipo di futuro si prospetta e sento di non sapere bene quale strada intraprendere dopo il liceo. Inoltre, sono sempre meno entusiasta all’idea di frequentare cinque anni senza vivere davvero l’Università, come l’ho vista frequentare a mio fratello”.

David F. risponde: “Sono sempre stato pragmatico e ciò che mi spaventa è il lavoro. Se già prima era difficile, oggi è quasi impossibile. Non vedo come questa situazione possa cambiare”.

Alessandro B. vuole invece mantenere un certo ottimismo sostenendo che “è inutile farsi prendere dalla negatività, bisogna essere positivi. Anche questa situazione passerà”.

redazione@canaledieci.it