Dopo oltre tre anni di promesse e 400mila euro spese, il verde del lungomare di ponente è secco e mal ridotto. La storia dello spreco
Finora si sono spesi circa 400mila euro per un risultato deprimente, sotto gli occhi di tutti. Quella del verde del lungomare di ponente di Ostia è una storia di sprechi e di incompetenze giocate in campagna elettorale, utili a far eleggere la presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo.
L’incompiuta è una specie di Fabbrica di San Pietro, una locuzione che a Roma si usa per dire di lavori interminabili. Stiamo parlando di lungomare Duca degli Abruzzi, forse la passeggiata più suggestiva di Ostia: da lì si possono ammirare i tramonti più struggenti, le mareggiate più furiose, le giornate soleggiate più brillanti.
La storia comincia il 27 ottobre 2017. Mancava poco più di una settimana alle elezioni del X Municipio reduce dal commissariamento e la sindaca di Roma, Virginia Raggi, accompagnata dall’allora assessora all’Ambiente (la prima di lunga lunga serie), Pinuccia Montanari, sostenute da esperti agronomi, annunciavano lo stanziamento di 250mila euro più Iva per un piano di riqualificazione di quei mille metri di passeggiata. Essenze mediterranee “adatte per il nostro clima e resistenti alle mareggiate”, venne garantito, furono collocate nelle aiuole del tratto di lungomare davanti piazza Gasparri e dintorni. Quel progetto, poi, prevedeva la sistemazione di tutte le sedute, la posa di vele ombreggianti in corrispondenza dei pali “marcapiano” d’accesso all’arenile, panchine e altro ancora.
Passò un mese e quella piante si seccarono. Con la Befana 2018 vennero sostituite ma dopo qualche mese le essenze morirono nuovamente. E vennero nuovamente rimpiazzate. Passano due anni e finalmente i lavori promessi iniziano per poi procedere a singhiozzo. Tanto che la presidente Di Pillo lancia pubblici strali contro l’amministrazione capitolina.
Le proteste hanno effetto e, finalmente, si può dare attuazione al progetto di riqualificazione. Salvo poi accorgersi che manca un impianto di irrigazione, non previsto nell’intervento. Servono altri 50 mila euro. La condotta viene sistemata e tutto dovrebbe procedere per il meglio.
E invece no. Ad aprile 2020 gli esperti, quelli veri, tornano a denunciare (leggi qui) la moria di piante.
A settembre 2020, poi, ci si accorge che i fondi non bastano: ci vogliono altri 43mila euro per integrare lo stanziamento iniziale. Vengono messe a dimora tutte le piante e dopo pochi mesi, queste sono già essiccate. “Colpa dei padroni dei cani che fanno fare i bisogni ai loro animali nelle aiuole” tenta una risibile e disperata difesa il presidente della commissione Ambiente (leggi qui).
La storia continua e i risultati, come mostra il video di copertina, sono sotto gli occhi di tutti. Quasi quattro anni dopo e con 400mila euro in meno nelle casse dell’amministrazione locale.
Il paradosso di tutta questa vicenda fatta di sprechi ed errori è che prima dell’intervento dell’amministrazione locale le aiuole di lungomare Duca degli Abruzzi erano ricche di vegetazione. Sarebbe stato sufficiente assicurare l’ordinaria manutenzione per garantire una passeggiata verde, senza appalti faraonici e rilanci sospetti.
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