Il servizio di Mara Azzarelli
I cimiteri della Capitale sono al collasso. Le denunce arrivano da molti romani ma anche dalle agenzie di onoranze funebri. I cittadini raccontano di ritardi nelle cremazioni, salme di cui non si hanno notizie e assenza di riposte da parte degli uffici competenti. Colpa del Covid? Pare di no.
Ritardi di oltre un mese per le cremazioni. Molto di più per la tumulazione. Salme che rimangono nei depositi. C’è perfino, chi da mesi, non ha notizie delle ceneri dei propri estinti. I cimiteri capitolini sono nel caos. E le storie che raccontano i romani, divisi tra pandemia e uffici pubblici a mezzo servizio per lo smartworking, sono agghiaccianti.
Le agenzie di onoranze funebri raccontano di pratiche bloccate “alle quali – dicono – nessuno risponde, nemmeno per confermarne la ricezione”.
Ma cosa sta succedendo allora nei cimiteri romani? A quanto pare il covid non c’entra. Non sarebbe l’unica causa di questo caos, almeno.
«Ci sono stati dei picchi a novembre e dicembre che sicuramente per la lentezza con cui vengono e venivano lavorate, già da prima del coronavirus, le pratiche da parte dell’Ama, ha portato rallentamenti.» spiega Damiano Paternò, impiegato Onoranze Funebri »
Dopo il nostro servizio di qualche giorno fa (guarda il servizio) in cui parlavamo delle necessità di vaccinare tutti coloro che si occupano dei funerali, siamo stati contattati da decine di agenzie di onoranze funebri di tutta roma. Ci dicono che l’esigenza è reale ma ci raccontano anche di disservizi che mai, a loro dire, si erano verificati a Roma.
«Siamo i primi, dopo la famiglia, a chiedere delle risposte all’Ama» aggiunge Michela Santoni, centro disbrigo pratiche funerarie.
Chiediamo spiegazioni quindi all’Ama.
«C’è un problema tecnico, mancano i soldi, mancano gli spazi – dichiara Flavio Vocaturo Segretario Pd Ama – chiediamo alla Sindaca perché in cinque anni non si è fatta via su questo tema.»
Tra rimpalli di competenze e uffici semichiusi: la questione si fa complessa. Una matassa difficile da sbrogliare. Per i casi più gravi, quelli soprattutto alle prese con il sequestro del deposito del cimitero di Flaminio per via di un’inchiesta giudiziaria, sono dovuti intervenire i carabinieri. Qui ci sono famiglie che per 5 mesi non sono riuscite ad avere notizie dei loro cari.
Il servizio è di Mara Azzarelli.
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