Previsto per la prossima settimana il picco di ricoveri in Terapia intensiva. "Rischiosa l'annunciata apertura ad aprile delle attività di didattica in presenza"
Sono preoccupanti le previsioni del futuro prossimo da parte degli esperti riguardo allo sviluppo dell’epidemia. Soprattutto relativamente alla ripresa delle lezioni scolastiche in presenza.
È in arrivo nella prossima settimana il picco dei ricoveri e degli ingressi giornalieri nelle unità di terapia intensiva; se questo è un segnale positivo, la situazione è comunque critica per i livelli raggiunti e di conseguenza non bisogna abbassare la guardia: vanno quindi mantenute le misure di contenimento dell’epidemia ed è rischioso riaprire le scuole in presenza.
È quanto emerge dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone‘ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). I dati indicano che, «raggiunto il picco della curva dei positivi ai test molecolari intorno al 14 marzo, la curva delle terapie intensive e quella dei relativi ingressi giornalieri, dopo la fase di crescita esponenziale e la successiva frenata, raggiungeranno il picco durante la prossima settimana. Questi – osserva Sebastiani – sono gli effetti delle misure restrittive delle ultime settimane».
Per queste ragioni, secondo il matematico, «è importante continuare con questa azione di contenimento della diffusione per ridurre ulteriormente l’incidenza dei positivi. Ciò permettere di attuare la campagna di vaccinazione di massa nelle condizioni di maggior efficacia e riducendo il rischio che si sviluppino ulteriori nuove varianti, contro le quali i vaccini a disposizioni potrebbero non essere efficaci».
Alla luce di queste considerazioni, l’esperto ritiene «rischiosa l’annunciata apertura ad aprile delle attività di didattica in presenza. Se questo accadrà, è per me molto verosimile che si replicherà quanto successo in seguito all’apertura delle scuole avvenuta a gennaio-febbraio, quando nella seconda metà di febbraio c’è stata una ripresa del contagio seguita da nuova chiusura delle scuole. Penso – rileva Sebastiani – che sarebbe lungimirante rimandare l’apertura delle scuole al momento in cui i valori di mortalità ed incidenza si siano ridotte in modo significativo, come fatto nel Regno Unito».