Confiscato un patrimonio di 13 milioni di euro ai boss delle slot machine

I carabinieri sequestrano il patrimonio a quattro indagati: tra di loro anche Salvatore Nicistra, ex della Banda della Magliana

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Ville, auto di lusso e apparecchiature elettroniche per il gioco d’azzardo: è un patrimonio di 13 milioni di euro che viene sequestrato in queste ore a quattro indagati tra i quali anche l’ex boss della Banda della Magliana, Salvatore Nicitra.

I carabinieri sequestrano il patrimonio a quattro indagati: tra di loro anche Salvatore Nicistra, ex della Banda della Magliana

I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, questa mattina, stanno dando esecuzione ad un decreto, emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone la confisca di beni, mobili e immobili, per un valore di circa 13 milioni di euro, a carico di Salvatore Nicitra, uno degli ex boss della c.d. “Banda della Magliana”, Rosario Zarbo, Francesco e Rosario Inguanta (padre e figlio).

In realtà Nicitra si era in qualche modo salvato dall’operazione “Colosseum“, il maxi-processo alla Banda della Magliana, facendo valere – come ricorda il giudice per le indagini preliminari Vilma Passamonti nell’ordinanza di arresto – “il riconoscimento di un vizio totale di mente” con “l’inflizione di pochi anni di manicomio giudiziario”.

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Salvatore Nicitra com’è oggi e ai tempi della Banda della Magliana

Lo stesso decreto dispone per Nicitra e suoi sodali la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per tre anni nel Comune di residenza.

Le misure di prevenzione disposte sono una conseguenza dell’indagine “Jackpot”, che gli stessi Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma conclusero nel febbraio 2020, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 38 persone, ritenute appartenenti, a diverso titolo, ad un’associazione per delinquere (416 C.P.), facente capo al Nicitra che, negli anni, ha monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo, con modalità mafiose, del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on line), imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia.

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I beni, oggi oggetto di confisca, sono parte degli stessi che i Carabinieri sequestrarono contestualmente agli arresti degli indagati, su disposizione dello stesso Tribunale.

Naturalmente va ricordato ai lettori che l’attuale posizione degli indagati non corrisponde alla loro automatica colpevolezza: le prove si formano durante il processo e solo dopo il terzo grado di giudizio l’indagato può essere considerato colpevole di un reato.

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