Sequestrato il patrimonio a un “imprenditore del narcotraffico”: era stato un presidente di calcio (VIDEO)

La Guardia di Finanza di Roma ha sequestrato attività commerciali, immobili e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro al 48enne Alessandro Virzì. Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle di Ostia

La Guardia di Finanza ha sequestrato l’intero patrimonio a un vero e proprio un “imprenditore del narcotraffico” operante tra Morena, Genzano e Frascati. Era stato presidente di calcio del Cynthia e della Lupa Castelli Romani.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno sequestrato attività commerciali, immobili e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, riconducibili al 48enne Alessandro Virzì, narcotrafficante romano membro di una importante rete internazionale di trafficanti di sostanze stupefacenti.

“Imprenditore del narcotraffico”: operazione Crazy Hill

La sua figura era emersa nelle indagini condotte nell’ambito dell’operazione “Crazy Hill”, eseguita dal II Gruppo delle Fiamme Gialle di Ostia e coordinata dalla D.D.A., che, nel 2015, aveva consentito di sgominare un potente sodalizio criminale con base a Roma e contatti operativi in Germania, Olanda, Spagna e Inghilterra, in grado di organizzare spedizioni via container o via aerea di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dal Sud America (Colombia, Argentina e Brasile).

Tra il 2014 e il 2015 sono stati effettuati sequestri per un ammontare complessivo di oltre 1000 chili di cocaina. Di questi, 42 chili all’aeroporto di Fiumicino.

Nel corso delle indagini era stato provato che l’organizzazione aveva a disposizione ingenti risorse finanziarie, funzionali al perfezionamento delle importazioni (pagamento delle spedizioni via container, dei carichi di copertura, dei viaggi aerei e dei soggiorni all’estero degli intermediari), e al ripianamento delle perdite subite per le operazioni non concluse.

Durante tutta la fase investigativa era emerso che Virzì era colui che, per conto dell’organizzazione, curava la logistica dell’introduzione della sostanza stupefacente in Italia occupandosi di organizzare le fasi del trasporto e di monitorare i carichi durante il loro viaggio.

Lo stesso, inoltre, forte anche di un curriculum criminale di tutto rispetto, era anche l’uomo preposto ad acquisire illegittimamente informazioni esistenti nei terminali delle Forze dell’Ordine al fine di metterle a disposizione dell’associazione.

Tenuto conto che Virzì, nell’arco degli ultimi 20 anni, ha dichiarato redditi modesti o addirittura nulli, la D.D.A. ha delegato alle Fiamme Gialle l’esecuzione di indagini patrimoniali finalizzate ad individuare il reale patrimonio dell’indagato.

Le investigazioni, estese anche al nucleo familiare e ai suoi “prestanome”, hanno consentito di accertare la sussistenza di una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati ed il profilo economico dei soggetti investigati.

Nel dettaglio, attraverso minuziosi ed approfonditi accertamenti bancari, estesi anche a diversi prestanome del Virzì è stato appurato che lo stesso, ha acquistato una società di promozione pubblicitaria e due società immobiliari tutte operanti a Roma, una rivendita di tabacchi sempre ubicata nella Capitale, 7 fabbricati (3 a Roma, 1 a Frascati e 3 a Pomezia) nonché un importante bar a Frascati.

Durante l’analisi patrimoniale è emerso che Virzì, si è servito anche del canale costituito dalle scommesse sportive, in particolare è stato accertato che tra il 2011 e il 2013 ha avuto diversi conti gioco accesi, sia con società italiane che di diritto estero, con i quali ha effettuato giocate per oltre 63 mila euro riportando vincite per 60 mila euro.

Tale pratica è da tempo sotto i riflettori degli investigatori in quanto considerata come una delle modalità più sicure per impiegare denaro “sporco” pronto per essere investito in attività lecite.

L’indagato, inoltre, ha investito nella sua seconda passione, ovvero quella calcistica.
Nel dettaglio, poiché nel corso degli anni ha ricoperto la carica di presidente di due società calcistiche dell’hinterland romano, il Cynthia di Genzano e la Lupa Castelli Romani, approfittando delle entrature nell’ambiente calcistico, con il ricorso all’escamotage delle polizze fideiussorie, è riuscito a celare il reimpiego di risorse di provenienza illecita.

Pertanto, il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca dei beni acquisiti in un arco temporale nel quale il proposto e gli altri soggetti sottoposti ad accertamento non disponevano di mezzi finanziari sufficienti al loro pagamento.

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