Smart Working: come rendere il lavoro veloce e intelligente

Riflettere sul vero significato di smart working, per affrontare il lavoro in modo veramente intelligente

Gli italiani che lavorano da casa, conoscono realmente il significato dell’espressione smart working, ossia lavoro intelligente? 

Riflettere sullo smart working per affrontare il lavoro in modo veramente intelligente

Un’interessante lettura del problema, apparsa di recente su alcune riviste scientifiche, propone di riflettere sul senso mal interpretato del termine Smart in Italia (veloce), soprattutto se collegato al significato autentico dell’espressione smart working, che in inglese vuol dire solo e letteralmente lavoro intelligente.

Ci siamo complicati la vita da soli? Sembrerebbe di sì. Ma possiamo rimediare per salvarci da moltissimo inutile stress, immaginando che da questo momento in poi, quello che dobbiamo fare, non sono più i compiti a casa.

Lo smart working come andrebbe inteso, consiste in modi di lavorare che lo rendono appunto intelligente, quindi dovrebbe limitare al massimo la frustrazione e lo stress per far emergere migliori risultati e qualità della vita.

Nell’ordinamento italiano lo smart working è definito dalla legge n. 81/2017 che delinea la tipologia di attività:

“Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzata dall’assenza di vincoli temporali o spaziali e da un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabiliti di comune accordo tra dipendente e datore di lavoro; un metodo che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi della vita e del lavoro e, allo stesso tempo, favorisce la crescita della sua produttività”.

La definizione sembra abbastanza chiara, e ci indica anche, che forse non stiamo lavorando nel modo giusto da casa. Ecco allora qualche consiglio utile, per rendere il nostro lavoro davvero smart (intelligente).

Lo spazio di lavoro, le cattive abitudini dell’ufficio e la giusta programmazione per un lavoro intelligente da casa

Come si presenta il nostro spazio di lavoro? Qualunque sia la dimensione dell’appartamento, l’unica risposta a questa domanda dovrebbe essere, nei limiti del possibile: idoneo e ordinato. Questo perché la nostra percezione della realtà, cambia da ambiente a ambiente e stimola la nostra capacità di rispondere agli stimoli. In pratica questo significa, che se ad esempio tendiamo a rilassarci in una vasca idromassaggio, siamo al contrario più attenti mentre guidiamo la macchina. E’ quindi importante ricreare l’ambiente ideale in cui svolgere le nostre attività lavorativa. In ogni ambiente, la nostra soglia di attenzione cambia. Una scrivania, una sedia e naturalmente, un computer con un’adeguata tecnologia rispetto alle proprie esigenze, sono l’ideale – mentre sono fortemente sconsigliati il divano, il letto o una sdraio in terrazzo!

Smart Working: come rendere il lavoro veloce e intelligente 1

Altra cosa da evitare assolutamente in smart working, sono i ritmi tossici di un ufficio. Cose tipo, ore vuote sprecate senza fare nulla, per poi raggiungere picchi di produzione molto elevati per rispettare le scadenze, o gli innumerevoli incontri di quattro ore in cui per altro non si prendono decisioni. La regola d’oro dello smart worker, è l’ottimizzazione del tempo di lavoro, anche perché diversamente, questo verrebbe tolto alla famiglia e agli hobby.

La nostra capacità produttiva e attenzione variano da persona a persona

La nostra capacità produttiva e attenzione variano da persona a persona, è per questo che grande valore ha nel lavoro da casa la programmazione. Il lavoro è davvero intelligente se il dipendente è autonomo nella gestione del tempo e inizia e finisce di lavorare quando più desidera, senza che l’azienda glielo imponga. La nostra capacità produttiva e attenzione variano da persona a persona. Alcune persone sono più produttive alle 6 del mattino e altre che sono più attive di notte e preferiscono svegliarsi a mezzogiorno.

Apprezzare e far rispettare una diversa forma contrattuale. È quasi un imperativo categorico in questa nuova modalità di lavoro. Storicamente siamo abituati ad una forma di contratto di lavoro che, oltre a richiedere la presenza del dipendente in loco, è limitata all’orario di lavoro. Come abbiamo visto, niente di tutto questo è vero per lo smart worker che non lavora ogni ora. I contratti di lavoro intelligente, dovrebbero prevedere finalità relative agli obiettivi raggiunti, e non all’orario di lavoro impiegato. L’azienda commissiona un obiettivo e il dipendente, secondo i suoi tempi e metodi di lavoro, lo completa entro la scadenza. In questo c’è tutto da guadagnare, se il datore di lavoro dal canto suo, avendo accettato questo accordo, da piena fiducia al lavoratore.

Risolto infatti il problema dell’alienazione, derivata dal passare troppe ore davanti al computer, prendendosi del tempo per distogliere lo sguardo (cosa più semplice nell’ambiente domestico), è la fiducia, specialmente di questi tempi, quell’elemento umano che non deve mai mancare, affinché il dipendente possa portare “liberamente”, il massimo dei risultati restando a casa.

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