Un gruppo di studiosi australiani ha analizzato ben 138 ricerche sull’effetto delle onde radio impiegate per il 5G e ha tratto conclusioni confortanti: “Non ci sono prove su danni alla salute”
Non c’è nessuna prova che la tecnologia 5G sia dannosa, e dagli studi condotti finora non sono emerse associazioni significative con problemi di salute. Lo affermano due revisioni delle ricerche sul tema condotte dalla Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency e dalla Swinburne University of Technology, pubblicate dal Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology.
Nella prima review sono stati analizzati 138 studi sulle onde radio sopra i 6 Gigahertz, quelle utilizzate dal 5G. Di questi 107 erano ricerche sperimentali (91 in vitro, 15 in vivo e 1 umano) su vari possibili effetti biologici, dalla genotossicità alla proliferazione cellulare all’espressione dei geni, e 31 erano studi epidemiologici che hanno analizzato l’esposizione ai radar. che sfruttano onde simili a quelli del 5G. «In conclusione – spiega Ken Karipidis, uno degli autor – la revisione di tutti gli studi non ha fornito evidenze sostanziali che le onde radio come quelle usate dai network 5G siano pericolose per la salute umana».
La seconda revisione si è concentrata sui 31 studi sperimentali dedicati agli effetti biologici. «Anche questa ha presentato una evidenza scarsa di una associazione tra le onde radio e gli effetti sulla salute – aggiunge l’esperto -. Gli studi che riportano degli effetti biologici in generale non sono replicati da ricercatori indipendenti, e nella maggior parte dei casi sono impiegati metodi di analisi e controllo di scarsa qualità. Raccomandiamo che gli studi futuri migliorino il proprio disegno sperimentale soprattutto in riferimento alla dosimetria e al controllo della temperatura, e che quelli epidemiologici continuino a monitorare gli effetti di lungo termine nella popolazione relativi alle sull’impatto del 5 G e delle future tecnologie di telecomunicazione».
Lo studio pubblicato sotto il titolo “5G mobile networks and health—a state-of-the-science review of the research into low-level RF fields above 6 GHz” dal Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology si può consultare attraverso questo link alla pagina della rivista.
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