Audizione del ministro del MISE Giorgetti sul confronto del Governo con l'UE sulla newco che nascerà dalle ceneri di Alitalia
Bruxelles impone una nuova Alitalia con meno della metà di dipendenti in carico, servizi di terra in appalto e una flotta aerea ridotta all’osso.
Sono le condizioni imposte dall’UE al Governo per accettare la partecipazione economica dello Stato nella nascita della newco di Alitalia, la compagnia Ita. Bruxelles impone un’azienda più leggera, col passaggio della sola parte volo dalla vecchia compagnia di bandiera a Ita mentre i servizi di terra saranno messi a gara. Inoltre si punta al decollo per giugno-luglio. Nel frattempo sono in arrivo da Bruxelles 55 milioni di ristori covid, che serviranno anche a pagare gli stipendi di marzo. I sindacati però sono già in agitazione davanti ad un piano considerato lacrime e sangue e che porta allo spezzatino della compagnia.
È stato oggi, mercoledì 17 marzo, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, a fare un punto ad ampio raggio su ciò che sta accadendo sul dossier Alitalia davanti alla Commissione Trasporti della Camera, il giorno dopo l’incontro con la Commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager e con i ministri dell’Economia, Daniele Franco, e delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.
Il governo «crede» nella newco di Alitalia «e mette tre miliardi di euro per avere una compagnia aerea che garantisca l’accessibilità dell’Italia al cargo business e alla sua vocazione al turismo», dice Giorgetti ma «il piano industriale approvato dal cda Ita ha subito e sta subendo un processo di revisione profonda alla luce delle negoziazioni in corso, in particolare con la commissaria Vestager», fa presente il ministro, spiegando che «le caratteristiche del piano si devono basare su discontinuità, sostenibilità economica, orientamento mercato» come chiede l’Ue e «tutto ciò significa che per volare Ita non può essere troppo pesante» altrimenti «non vola».
Ciò significa che per quanto riguarda i servizi di handling e manutenzione di Alitalia, «credo si andrà verso le gare aperte», indica Giorgetti, mettendo quindi le mani avanti sui futuri esuberi. «La newco non deve essere parente con Alitalia. Questo avrà ripercussioni anche di carattere sociale, che stiamo valutando anche col ministro del Lavoro», spiega il titolare del Mise, sottolineando che «servono strumenti per chi non potrà essere accolto a bordo della newco».
A questo punto Ita dovrebbe presentarsi al decollo «entro giugno-luglio» con una flotta di 45 aerei rispetto ai 52 che erano stati previsti in un primo momento (prima della crisi erano 103) e poco meno di 5.000 dipendenti dagli attuali 10.500. Dal punto di vista operativo il piano «recepisce una graduale crescita di strutture operative, staff, rotte, flotta» con un «focus su due centri come Fiumicino (hub) e Linate, un graduale rinnovo della flotta, una forte digitalizzazione e alleanza strategica per accelerare crescita e rafforzare competitività sui mercati internazionali», spiega ancora Giorgetti, promettendo che «lo Stato farà la sua parte» ma la compagnia «deve poi essere in grado di sostenersi da sola» perché «non è possibile immaginare un contributo statale».
Giorgetti ha poi rassicurato che i ristori Covid per la compagnia arriveranno, lo ha «garantito» infatti la commissaria Vestager e ammonteranno a circa 55 milioni di euro.
Per il sindaco del comune di Fiumicino, Esterino Montino, “il piano del Governo è inconsistente e irricevibile”. In una nota, Montino esprime tutta la sua «preoccupazione», avvertendo di una «prossima e definitiva liquidazione dell’azienda». “Ormai 15 giorni fa – conclude Montino – ho chiesto con lettera ufficiale un incontro istituzionale ai ministri interessati, vista l’ampia ricaduta sul nostro territorio, per discutere e confrontarci nel merito. Non solo non ho mai ricevuto risposta da nessuno, ma abbiamo perfino dovuto registrato l’assenza ingiustificata e immotivata ad un momento istituzionale importantissimo come il Consiglio comunale straordinario a cui tutti loro erano stati invitati“.
Le parole del ministro dello Sviluppo sul piano della compagnia hanno però suscitato immediate perplessità e timori da più parti. I sindacati parlano di «angoscia, stupore, molta preoccupazione», domandando come possa una mini compagnia «sostenere la ripresa» del Paese e competere con giganti come Ryanair e Lufthansa. E denunciano che «non possono essere nuovamente i lavoratori a pagare il conto salato lasciato in eredità dalle scelte politiche strategiche del passato», per cui Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo hanno inviato una missiva al Mise, al Mef e al Mims richiedendo «un incontro urgente».
Il deputato di LeU, Stefano Fassina, chiede un immediato «cambio di rotta» del governo su Alitalia. Silenzio da parte del Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e della sindaca di Roma, Virginia Raggi.
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