AstraZeneca sotto indagine, altri casi di morti sospette

Indagano le Procure di varie città italiane. Per ora nessuna prova di un legame tra i decessi improvvisi e il vaccino britannico, ma i casi aumentano

Sono una decina i casi di trombosi venosa cerebrale che in Germania hanno portato alla morte cittadini tedeschi in buona salute: tutti avevano da poco effettuato il vaccino firmato dal colosso farmaceutico britannico AstraZeneca.

Il legame tra la somministrazione dell’antidoto e i decessi non è affatto certo, ma è da questi eventi funesti che è partito l’altolà della cancelliera Angela Merkel alla somministrazione del siero anti-covid made in England, da cui è scaturito il blocco europeo.

E mentre l’Agenzia Europea per il Farmaco (EMA) sta analizzando e investigando i vari decessi da trombosi avvenuti di recente nel Vecchio Continente (leggi qui), di cui sono sospettati alcuni lotti particolari del siero AstraZeneca, in Italia emergono nuovi casi: indagano cinque Procure.

In Italia si indaga su altre morti poco chiare avvenute dopo la somministrazione di AstraZeneca

Lo scorso 11 marzo un odontoiatra residente ai Castelli è deceduto all’improvviso, a causa di un infarto. La famiglia punta il dito contro il vaccino, che il medico – in perfetta salute – aveva effettuato circa quindici giorni prima. Tutto da appurare, naturalmente, ma intanto i parenti dell’uomo, un 46enne, hanno presentato un esposto in Procura.

Un nuovo caso sospetto di trombosi, forse conseguente al vaccino britannico, è emerso anche a Napoli: una donna di 54 anni, Sonia Battaglia, è finita in coma dopo aver ricevuto una dose del lotto ABV5811, quello incriminato per i precedenti decessi. Anche lei, come i casi precedenti, era in perfetta salute, ma non ci sono prove di un legame tra i due fatti.

E’ andata peggio a Stefania Maccioni, insegnante di lettere in una scuola media di Cerveteri: dopo la somministrazione della prima dose di AstraZeneca, lotto ABV5811, il 25 febbraio scorso, ha iniziato ad accusare forti malesseri. Poi il peggioramento improvviso, e il ricovero al Gemelli di Roma il 7 marzo, quando era già in coma. Purtroppo la docente non ce l’ha fatta, ed è morta due giorni dopo. Anche in questo caso la famiglia ha sporto denuncia: tutto da appurare il legame con il vaccino.

Il lotto incriminato per questi casi è l’ABV5811, lo stesso posto sotto sequestro dopo la morte del professore di Biella, Sandro Tognatti, deceduto poche ore dopo l’iniezione del siero. L’autopsia, effettuata oggi pomeriggio, ha però escluso la trombosi: il docente è spirato a causa di un infarto, e il medico legale esclude sia conseguenza del vaccino britannico.

Intanto la procura di Siracusa indaga sulla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò, anche lui vaccinato con il siero AstraZeneca e morto all’improvviso.

Nessuna prova al momento, occorre sottolinearlo, di un legame tra queste morti e il vaccino britannico. Tuttavia i governi europei vogliono vederci chiaro: per questo è scattato lo stop a livello nazionale nel nostro Paese, ma anche in Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Svezia.

Si attende ora l’esito dell’indagine dell’EMA, che sta analizzando in particolare alcuni lotti, tutti legati ai casi di morte prematura. Giovedì 18 è atteso il responso: fino ad allora tutte le prenotazioni per la somministrazione dell’antidoto AstraZeneca sono sospese.

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