Le Frecce Tricolori compiono 60 anni: ai nostri microfoni i due piloti romani (VIDEO)

60 anni in cui la pattuglia acrobatica è stata simbolo del Made in Italy nel mondo. Portando ovunque l’immagine dell’Italia migliore.

Le frecce tricolori, simbolo dell’Italia migliore nel mondo compiono 60 anni. Per l’occasione abbiamo intervistato i due piloti romani della pattuglia acrobatica. 60 anni di piroette sui cieli di mezzo mondo.

Frecce Tricolori: la pattuglia acrobatica soffia la 60esima candelina

A marzo del 1961 nacquero le frecce tricolori. 60 anni in cui la pattuglia acrobatica è stata simbolo del Made in Italy nel mondo. Portando ovunque l’immagine dell’Italia migliore.

Era il primo marzo quando giunsero alla base aerea di Rivolto (Udine) i primi sei velivoli F-86E “Sabre” con la livrea della pattuglia del “cavallino rampante”. I sei “sabre” provenivano da Grosseto, oggi una delle basi deputate alla difesa dei cieli italiani e sede dell’allora 4ª aerobrigata, oggi 4° stormo. Sono trascorsi 60 anni da quel giorno e oggi la pattuglia acrobatica Italia soffia la sua 60esima candelina. Per l’occasione abbiamo deciso di intervistare i due piloti romani.

Un pilota delle frecce tricolori – spiega il Capitano Simone Fanfarillo, Pony 8 (3° Gregario Destro) – è un pilota dell’aeronautica militare proveniente dai reparti caccia della nostra forza armata. Il tutto ha inizio con l’accademia aeronautica, un percorso di studi di circa 5 anni, al termine dei quali si raggiunge la laurea magistrale in Scienze Aeronautiche. Successivamente si viene inviati alle scuole di volo in Italia, nella base aerea di Galatina (Lecce) o negli Stati Uniti. E’ il mio caso: infatti io ho preso il brevetto di pilota militare a Sheppard in Texas. In famiglia tutti sono stati felici del traguardo che ho raggiunto una volta assegnato alle Frecce Tricolori. Mio padre non ha trattenuto le lacrime di gioia quando lo ha saputo”.

All’attivo ho circa 1700 ore di volo – racconta il Capitano Federico De Cecco, Pony 3 (1° Gregario Destro) – sia su velivoli per addestramento durante le prime fasi della mia formazione sia su velivoli operativi come il Tornado (800 ore di volo) o l’MB 339 PAN su cui volo tutt’oggi. Il volo che non mi scorderò mai è il volo del 1 maggio del 2019, quando alla mia primissima stagione abbiamo volato tutti quanti insieme con i fumi colorati”.

Servizio di Mara Azzarelli

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