Sanità

Allergie primaverili: come prevenire i disturbi da polline

Come prevenire i disturbi allergici con il calendario dei pollini e le buone pratiche

Mentre alcune piante si affidano agli insetti per diffondere il loro polline, altre piante usano il vento. E proprio i pollini diffusi dal vento, sono la principale causa delle allergie primaverili.

Come prevenire le allergie primaverili: consulta il calendario dei pollini e le buone pratiche

Alcuni alberi iniziano a rilasciare il loro polline all’inizio della primavera, altri addirittura prima della stagione. Ma mentre l’inizio della primavera, è praticamente lo stesso ogni anno (tra il 19 e il 21 marzo), l’inizio della stagione delle allergie primaverili, può iniziare già a febbraio e durare fino all’estate, o addirittura tutto l’anno per alcuni soggetti.

In primavera un soggetto allergico soffre di fastidiosi disturbi, legati al polline presente nell’aria. Ma come si verifica un’allergia e con quali strumenti è possibile prevenirla?

Una reazione allergica, avviene quando il sistema immunitario di una persona reagisce in modo eccessivo a una sostanza altrimenti innocua, nota come allergene. Quando si ha un’allergia, il corpo produce anticorpi che viaggiano verso le cellule che rilasciano istamina e altre sostanze chimiche. Ed è proprio l’istamina (un vasodilatatore), a provocare quell’insopportabile gonfiore al naso e agli occhi, nel tentativo di impedire agli allergeni di entrare nel corpo, e attraverso gli starnuti, rimuoverli dal naso. Il metodo così descritto, sembrerebbe funzionare, ma in presenza ad esempio, di grandi volumi di polline dell’aria, l’ingente liberazione di istamina ed il suo effetto bronco-costrittore e vasodilatatore locale, portano all’occlusione delle vie respiratorie, con grave pericolo per la vita del soggetto allergico.

Proprio perché la causa principale di un’allergia primaverile è il polline (aero-trasmesso), che cresce e si riproduce in grande quantità durante questa stagione, oltre a gestire il problema quando si presenta in modo “prepotente” e inevitabile, com’è la natura che fa il suo corso, possiamo prevenirlo.

E’ intanto importante conoscere le varie specie di alberi e il periodo di fioritura, oltre alla concentrazione di polline che rilasciano nell’aria. Per evitare il più possibile di venirne a contatto e respirarne il polline. Ci vengono in aiuto per questo:il calendario delle fioriture e i bollettini dei pollini.

Questi strumenti di monitoraggio, elaborati dai Centri Nazionali di Aereobiologia, quali ad esempio l’Associazione Italiana di Aerobiologia (www.ilpolline.it), l’Associazione Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (www.pollinieallergia.net), e le Asl territoriali, forniscono regione per regione, i livelli di concentrazione del polline, con dati aggiornati in tempo reale sulla pollinazione (bollettini almeno settimanali), e previsioni di breve termine, tramite la misurazione della concentrazione di pollini per metro cubo d’aria.

E’ importante dire però che queste informazioni, non rispondono sul livello di rischio allergico, che è invece assolutamente soggettivo, perché la comparsa dei sintomi, si ha quando la concentrazione del polline a cui il paziente è allergico, raggiunge un certo valore o soglia di scatenamento, diversa da persona a persona.

Seguire con costanza queste indicazioni, è estremamente utile, soprattutto al medico specialista da cui si è in cura, affinché possa effettuare una corretta diagnosi, sia identificando l’allergene (o gli allergeni) a cui si è sensibilizzati – che possono anche variare negli anni – sia stabilendo un corretto programma preventivo-terapeutico, da mettere in atto prima dell’inizio della stagione pollinica.

Le stagioni del polline e quali fioriture avvengono

Stagione Invernale/pre-primaverile: nei primi mesi dell’anno, compaiono già i pollini di alcune piante arboree, quali le Betulaceae (Ontano), Corylaceae (Nocciolo) e Cupressaceae. In seguito, compaiono i pollini delle Oleaceae (Frassino) e delle Salicaceae (Pioppo e Salice) e tra marzo e aprile si osserva la presenza del polline di Platano.

Stagione Primaverile: oltre ai pollini di numerose piante arboree come le Betulaceae (Betulla), Corylaceae (Carpini), Fagaceae (quercia e faggio), Oleaceae (Frassino e Olivo) oltre a Cipresso, Platano e Pino, in questa stagione si rilevano anche pollini di piante erbacee come le Urticaceae e le Graminaceae, mentre scompaiono i pollini di Pioppo e Salice.

La Stagione estiva: è caratterizzata dalla presenza soprattutto di pollini di piante erbacee quali Urticaceae e Compositae (Ambrosia e Artemisia), mentre i pollini di piante arboree sono quelli di Castagno e Pino.

 

Il vademecum delle buone pratiche

Inutile dire che alcune buone pratiche, possono già ridurre gli effetti degli stati allergici. Ecco un vademecum per la prevenzione e il contenimento degli effetti allergici del polline:

  • La prima regola per un soggetto allergico è sicuramente non passeggiare in campi, prati o giardini in cui l’erba è stata tagliata da poco. E’ sul prato in genere che il polline si deposita, ed anche con l’attività sportiva svolta all’aria aperta, si può rischiare di sollevarlo.
  • Nella stagione estiva, in giornate secche, ventose e soleggiate le concentrazioni di pollini sono maggiori, ed anche l’orario di esposizione al polline, ha la sua importanza: tra le 10 e le 16, periodo di maggior concentrazione di pollini, è consigliabile tenere chiuse le finestre e i finestrini dell’auto. Restando al chiuso in casa o in ufficio, se possibile, usare condizionatori d’aria o generatori di anioni, che abbassano la concentrazione di pollini.
  • Mentre per la pulizia della casa, pratica che inevitabilmente va intensificata con l’aumentare del volume di polline nell’aria, è consigliabile ricorrere ad un aspirapolvere dotato di filtro HEPA. E in auto per l’aria condizionata, è possibile installare un filtro specifico anti-polline da pulire e sostituire ad ogni tagliando.
  • Se non si può evitare di muoversi all’aperto durante il giorno, la mascherina anti-polvere alla quale siamo ormai abituati, risulterà piuttosto utile ed altrettanto lo sarà, indossare un paio di occhiali scuri: la luce del sole aumenta il fastidio associato ai sintomi oculari.
  • Quando si rientra a casa dopo essere stati in ambienti aperti e carichi di polline, occorre fare una doccia, lavarsi i capelli e cambiare i vestiti, per evitare l’esposizione notturna all’allergene. Il polline si può attaccare a lenzuola e asciugamani, per questo sarebbe necessario evitare anche di stendere il bucato all’aperto.
  • Non consumare alcolici: le bevande alcoliche stimolano la produzione di muco e dilatano i vasi, peggiorando la secrezione e la congestione nasale, ed evitare il fumo di sigaretta, per non irritare ulteriormente le mucose di naso e occhi.
  • Un aspetto che non va trascurato, nella fase acuta del periodo allergico, è l’alimentazione. Non solo diversi pollini contengono antigeni comuni ad alcuni alimenti vegetali, per via di una “parentela” botanica tra pollini, ma sono anche da ridurre se non evitare, gli alimenti che contengono istamina, ad esempio: pomodori, crauti e spinaci, ma anche conserve, ketchup, salsa di soia e pesce in scatola conservato, marinato, salato o essiccato, come ad esempio le sardine, il tonno, lo sgombro, le acciughe e le aringhe.

Allergie e vacanze

Prima di scegliere la località e i periodi per le vacanze infine, è opportuno informarsi sull’eventuale presenza di allergeni. Nella fase acuta dell’allergia, se possibile, è bene trascorrere un po’ di tempo al mare. Sono consigliabili anche a scopo preventivo, dei brevi soggiorni nel clima marino durante il periodo della pollinazione, dato che al mare, la concentrazione atmosferica dei pollini è relativamente bassa. Chi è allergico alla parietaria viceversa, deve preferire la montagna, poiché la pianta non cresce oltre i 1.000 m di altitudine.

canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.