Litorale Sud

Pomezia, maxi frode fiscale per 43 milioni di euro. Denunciate 30 persone

Settore trasporti, scoperta dalla Guardia di Finanza una frode fiscale per ottenere falsi crediti IVA: secondo la Procura sottratti allo Stato 43 milioni di contributi

Scoperta una maxi frode fiscale da 43 milioni di euro: la Guardia di Finanza di Roma, nel corso dell’operazione “Sordida Charta”, ha sequestrato beni per un valore di oltre 25 milioni di euro, denunciando 30 persone all’Autorità Giudiziaria di Velletri.

Le accuse vanno dal reato di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, fino alla indebita compensazione di imposte e contributi con crediti fiscali fittizi.

Settore trasporti, scoperta una maxi frode da milioni di euro. Trenta denunciati

Le indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia, dirette dalla Procura della Repubblica e coordinate dal II Gruppo di Ostia, hanno preso le mosse da un controllo fiscale nei confronti di una cooperativa pometina attiva nel settore dei trasporti.

A fare insospettire gli inquirenti i costi esorbitanti riconducibili a operazioni intrattenute con altre società di Roma e provincia, assolutamente sproporzionati rispetto al giro d’affari dell’impresa verificata, e tali da rendere anti-economica la gestione dell’attività economica.

Gli accertamenti successivi, svolti anche attraverso l’esame dei conti correnti bancari, hanno fatto emergere un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti da oltre 200 milioni di euro.

Secondo la Procura le operazioni sarebbero state finalizzate a generare per gli utilizzatori consistenti crediti IVA, che sarebbero stati compensati con imposte e contributi da versare all’Erario.

In questo modo il gruppo avrebbe maturato, in 3 anni, oltre 43 milioni di crediti IVA “fantasma”, parte dei quali ceduti dietro compenso ad altre imprese allo scopo di consentire anche a quest’ultime indebiti risparmi fiscali e contributivi.

L’organizzazione, come ricostruito dai pm, sarebbe capeggiata da un libero professionista romano che, “avvalendosi della collaborazione di numerosi sodali”, avrebbe “costituito 33 società cartiere, intestate a prestanome e senza alcuna struttura imprenditoriale“, afferma la Guardia di Finanza in una nota.

Parte dei proventi illeciti, pari a circa 2 milioni di euro, secondo gli inquirenti sarebbe stata reinvestita nell’acquisto di immobili, imbarcazioni, automobili, oltre che in imprese e attività finanziarie estere.

Gli elementi raccolti hanno permesso alla Procura della Repubblica di Velletri di ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale l’emissione di un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca dei beni nella disponibilità degli indagati.

Tale provvedimento è stato eseguito questa mattina, 4 marzo, con una vasta operazione condotta da oltre 100 militari della Guardia di Finanza, nelle province di Roma, Bologna, Milano, Novara, Nuoro, Teramo, Torino e Viterbo.

L’operazione si inquadra nella più ampia azione posta in essere dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto dell’economia sommersa e delle frodi fiscali che, oltre a sottrarre ingenti risorse finanziarie allo Stato, alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

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