Gli operatori turistici lo reclamano a gran voce, e aspettano il sì definitivo che potrebbe dare nuovo slancio alla stagione estiva. Intanto, in Europa impazza il dibattito
Angela Merkel ha confermato la necessità di un documento digitale che certifichi il vaccino e che sia compatibile nei diversi Paesi europei. Secondo la cancelliera tedesca dovrebbe essere pronto per l’estate, ma ancora non sarebbe stata presa una decisione politica in merito.
Sulla questione è intervenuto anche il premier greco Kyriakos Mitsotakis, che ha messo in guardia sull’intervento del settore privato, e in particolare delle grandi aziende della tecnologia nello sviluppo di ‘pass Covid’ per tornare a viaggiare. “Se non lo facciamo come Ue, e se non lo facciamo al più presto, altri, come le Big tech lo faranno per noi“.
“Bene che ieri, in occasione del Consiglio Europeo, si sia parlato dei passaporti vaccinali, ma i tempi stringono. – commenta Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – Dobbiamo far ripartire il prima possibile le nostre imprese.
Pur consapevoli che per risollevare le sorti del turismo serve un’accelerazione nella campagna di vaccinazione – scrive la vicepresidente in una nota – è essenziale sin da ora lavorare a un passaporto vaccinale che permetta alle persone immunizzate di tornare già da subito a muoversi.
Ma è altresì importante dare comunque la possibilità di viaggiare a tutti, nel rispetto della sicurezza e con tutte le dovute cautele. Per questo è necessario individuare corridoi sicuri per lo spostamento dei viaggiatori e procedere a una programmazione vaccinale per i lavoratori del settore alberghiero e del turismo in generale, garantendo un alto livello di competitività dell’offerta italiana rispetto ad altre realtà europee che a oggi hanno già previsto un piano di intervento ad hoc“. – conclude Colaiacovo.
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