Due le possibili strade per il futuro di Alitalia: lo spezzatino della compagnia, oppure il rilancio attraverso un intervento del ministero dell'Economia
C’è preoccupazione tra i lavoratori Alitalia: si parla di un possibile nuovo piano esuberi da 5mila dipendenti. Questa mattina, 19 febbraio, si è svolta un’assemblea dei dipendenti della compagnia di bandiera italiana, indetta dalle organizzazioni sindacali di categoria Cub Trasporti, Acc, Assovolo ed Usb.
Obiettivo della riunione porre al centro dell’attenzione, “con spirito propositivo”, la tutela del posto di lavoro legata al futuro della compagnia.
Circa una cinquantina i partecipanti che, controllati dalle forze dell’ordine, si sono dati appuntamento per l’assemblea, con bandiere sindacali e striscioni con slogan di protesta.
“La tutela dei lavoratori e della compagnia – afferma Antonio Amoroso, della segreteria nazionale Cub Trasporti – è assicurata da una vera nazionalizzazione di Alitalia, che preveda la restituzione degli asset allo Stato come risarcimento dei prestiti erogati”.
“Questa ipotesi – continua il sindacalista – è riassunta nell’emendamento presentato dall’onorevole Stefano Fassina al Decreto Milleproroghe. Emendamento che ha l’assoluto vantaggio di svincolare Alitalia dal cappio dei debiti, e di dare una prospettiva di sviluppo al trasporto aereo italiano”, conclude Amoroso.
Se nell’aria rimane l’ipotesi smembramento, al vaglio dei ministeri sembra ora presente anche la strada opposta: quella del rilancio, da realizzare insieme a Lufthansa, la compagnia di bandiera di Berlino.
“Il piano di rilancio segue la via segnata da un emendamento al Decreto Milleproroghe di Stefano Fassina, e prevede tre fasi“, anticipa Repubblica. Secondo il quotidiano sarebbe previsto il conferimento di tutti gli asset della vecchia Alitalia a un’altra società (si ipotizza Cityliner). Subito dopo, Cityliner verrebbe ceduta al ministero dell’Economia.
In alternativa potrebbe entrare in campo la nuova società Ita: quest’ultimo passaggio permetterebbe l’ingresso di Lufthansa nel capitale di Cityliner, scrive Repubblica. “In questo modo gran parte dei dipendenti, circa 5.500 o più, saranno salvi”, afferma il quotidiano di Largo Fochetti. Secondo la Stampa, tuttavia, l’ipotesi di fusione con la compagnia tedesca è “un’operazione complicata, tutta da costruire”.
Il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, esprime intanto profonda preoccupazione. “Su Alitalia continuano a girare voci incontrollate, indiscrezioni su piani che prevedono smembramenti e cessioni e più di 5000 posti di lavoro in bilico, senza considerare l’indotto”, scrive il primo cittadino in una nota.
“Torna, ancora una volta, l’ipotesi spezzatino. Ma mi preme ricordare a tutti che il declino di Alitalia è diventato inarrestabile proprio con l’avvento dei privati”, sottolinea Montino.
“Tre giorni fa ho scritto ai tre ministri competenti, cioè Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico), Enrico Giovannini (Trasporti) e Andrea Orlando (Lavoro), chiedendo loro un incontro urgente su questa vicenda. E’ vero che il governo ha ottenuto il secondo voto di fiducia solo ieri, ma è anche vero che quella di Alitalia è una vicenda nota e sulla quale non si può davvero perdere altro tempo”, afferma il primo cittadino.
“Sono fiducioso che la risposta arriverà”, prosegue. “Stiamo parlando, ricordiamolo sempre, di più di 11mila dipendenti e altrettanti lavoratori dell’indotto il cui futuro dipende dalle decisioni che saranno prese nei prossimi giorni”, conclude Montino.
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