Volpi, ricci, istrici e tassi, ma anche cinghiali, anfibi e volatili. Sono sempre di più le segnalazioni di animali morti per le strade della Capitale e in particolare del litorale romano. Il rapporto tra la fauna selvatica e la città è diventato sempre più complicato. La convivenza tra le diverse specie non domestiche che abitano il nostro territorio e i mezzi di trasporto cittadino su due e quattro ruote è sempre più difficile.
Road Mortality: l’importanza della pianificazione urbanistica e della responsabilità sociale
Come si coniugano allora urbanizzazione, velocità e funzionalità senza minacciare la biodiversità? Come si combatte la road mortality senza minare l’inevitabile processo evolutivo antropologico? Lo abbiamo chiesto al presidente del WWF di Roma e Area Metropolitana.
“La road mortality – spiega Raniero Maggini – è un fenomeno assai diffuso dove la presenza di una rete viaria importante insiste su un territorio ricco di fauna e rappresenta un non trascurabile fattore di minaccia per la biodiversità. La Capitale purtroppo non fa eccezione e frequentemente possiamo osservare animali esanimi sul ciglio stradale a causa dell’impatto con le automobili. Nella Città Eterna è il caso di volpi, ricci, istrici e tassi solo per citare le vittime più note o meglio visibili, ma anche uccelli, anfibi e rettili compaiono nel triste elenco dei più colpiti“.
E a conferma di quanto detto da Maggini, sono proprio le ultime segnalazioni che arrivano dal territorio. Recentemente una volpe adulta è stata investita in Viale del Tintoretto, a Roma. Intanto a Giardino di Roma i cinghiali continuano a razzolare per le strade e i parchi pubblici. Diversi gli avvistamenti nelle ultime settimane soprattutto in via Domenico Modugno e via Mastroianni (leggi qui). I residenti che praticano sport all’aperto e portano i cani per il quartiere hanno manifestato a più riprese la loro preoccupazione.
“Roma si estende su un territorio che presenta, fortunatamente, ancora spazi di altissimo interesse naturalistico, spesso contigui, frammentati e divisi da un asse stradale. E’ in quei luoghi e nei viali ad alto scorrimento veicolare che sarebbe importante intervenire con misure di deframmentazione – adottate già in tutta Europa – come i sottopassi per la fauna selvatica. Passaggi privilegiati che consentano di evitare l’inevitabile impatto. E’ un tema che a larga scala coinvolge anche cinghiali, lupi e orsi.
Specialmente in questo periodo di emergenza sanitaria dove gli animali selvatici hanno preso maggiore confidenza con l’uomo, vista anche la minore intensità del traffico urbano, è un impegno chiaro che chiediamo anche alla futura Amministrazione.
Per prevenire prima che curare – prosegue Maggini – è necessaria una pianificazione urbanistica che prenda in considerazione questa problematica programmando gli interventi sulle infrastrutture cittadine. Una gestione attenta per ripensare alcuni luoghi della città, intervenendo soprattutto nella fase della progettazione delle arterie per limitare i costi. Ma è altresì fondamentale, vista la fortuna di Roma nel possedere una tale ricchezza di fauna selvatica, acquisire una condotta responsabile. Quando siamo alla guida dei nostri mezzi, auto o moto, dobbiamo moderare la velocità. Se il Covid ci sta insegnando qualcosa è che dobbiamo guardare con più attenzione alla vita, degli uomini ma anche degli animali.
Dobbiamo anche monitorare i nostri interventi. Provvedimenti estemporanei rischiano di essere controproducenti. Il selvatico in quanto tale ha le sue caratteristiche ed elementi da prendere in considerazione. Ad esempio è sottodimensionato il tema dell’allevamento in cattività dei cinghiali, che troppo spesso non viene monitorato. Tante persone li detengono senza autorizzazione, consentendo loro di cibarsi e riprodursi. Il rischio è drammatico ed è quanto mai necessario un maggiore controllo. – conclude il presidente del WWF di Roma e Area Metropolitana.
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