Ostia X Municipio

Esposto di Labur: “Gravi irregolarità per lo skatepark di Ostia”

Secondo Labur Laboratorio Urbanistica per lo skatepark sono stati usati fondi destinati alla manutenzione stradale su un’area non comunale

La nascita dello skatepark di Ostia arriva in Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. Secondo Labur Laboratorio Urbanistica la struttura è sorta sotto gravi irregolarità: i fondi per costruire il parco sportivo sarebbero quelli della manutenzione stradale e l’area sulla quale sorge non è di proprietà comunale.

Denuncia di Labur Laboratorio Urbanistica: per lo skatepark di Ostia usati fondi destinati alla manutenzione stradale su un’area non comunale

E’ un esposto dell’associazione già resasi protagonista della denuncia delle illegittimità commesse per la pista ciclabile (leggi qui) a porre all’attenzione della Procura e della Corte dei Conti presunte irregolarità commesse dal X Municipio nella realizzazione dello skatepark in fase di ultimazione nello spiazzo all’angolo tra via dell’Idroscalo e via della Martinica.

Il presidente dell’associazione sugli studi urbanistici, ingegner Andrea Schiavone, nella sua denuncia sottolinea che “lo Skate Park di Ostia è stato realizzato impiegando fondi per la manutenzione stradale essendo stato considerato un ‘intervento relativo alla mobilità’”.

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, e la presidente del X Municipio, Giuliana Di Pillo, alla posa della prima pietra dello skatepark di Ostia

Parte della realizzazione occupa un’area verde a ridosso della chiesa di Nostra Signora di Bonaria e, stando a Labur, “l’area verde indicata è parte dell’Opera Pubblica n.13 (riqualificazione delle fasce verdi ai lati della Chiesa di N.S. di Bonaria) del Programma Integrato di Riqualificazione Urbana (PRIU) ‘Ostia Ponente’, ex art.2 legge n.179 del 17 febbraio 1992 e non è mai stata acquisita a patrimonio da parte di Roma Capitale. Non risulta pertinenza stradale di via della Martinica (codice IBU 46418) ne di via dell’Idroscalo (codice VBL 11054)”. “Va ricordato – aggiunge Schiavone – che quell’opera pubblica sull’area del Piano di Riqualificazione Urbana, è costata 326mila euro: collaudata nel 2006 e abbandonata non è mai stata acquisita a patrimonio comunale“.

Uno dei documenti presentati nella denuncia da Labur

Sulla questione la presidente del X Municipio , Giuliana Di Pillo, ha già replicato che la particella sulla quale insiste lo skatepark fa parte del terreno nel quale trovano sede anche il mercato Appagliatore e che è stato acquisito a demanio comunale (leggi qui).

Ciò nonostante Labur chiede ai magistrati in indirizzo di accertare la correttezza delle procedure e, qualora ne ravvisino la illegalità, verificare il derivante “presunto danno erariale non solo per la cementificazione di un’area con destinazione urbanistica a verde pubblico, realizzata come opera a scomputo, ma soprattutto per la spesa pubblica sostenuta per la realizzazione dello Skate Park senza avere un definitivo atto di provenienza dell’area stessa.

Peraltro – aggiunge Andrea Schiavone – stiamo parlando di un cantiere che doveva terminare il 25 aprile 2020. Altri 163mila euro per la recinzione che però già era inserita nel progetto esecutivo andato in gara per un importo di 470mila euro. Fondi sottratti alla manutenzione stradale delle vie del quartiere. Disponiamo di un filmato in cui si vede che l’acqua di cantiere viene presa dal Mercato dell’Appagliatore, con tanto di attraversamento stradale rattoppato alla meno peggio. Ricordiamo che il nuovo impianto sorge a 800 metri dal precedente impianto chiamato ‘The Spot’, che non fu affatto ‘bruciato’ dalla criminalità.