Nettamente contrari il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, e Roberto Burioni: "Il problema non si risolve con le chiusure. Si risolve con il vaccino"
Un lockdown totale per fermare la diffusione delle varianti covid in Italia, e ripartire poi prima delle altre nazioni europee: questa la proposta avanzata da Walter Ricciardi, membro dell’OMS, professore di Igiene all’Università Cattolica di Milano e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.
Linea dura e quarantena nazionale, quindi, sulla scia di quella imposta a marzo scorso. Un’opzione, quella propugnata da Ricciardi, sui cui però gli scienziati e gli esperti italiani sono divisi: molti i contrari.
Per Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, e per Roberto Burioni, virologo del San Raffaele, nuove restrizioni drastiche sarebbero del tutto inutili: l’unica strada è accelerare sul vaccino.
Sulle posizioni di Ricciardi è Andrea Crisanti: per il virologo, con l’indice Rt in risalita a 0.95 e l’istituzione di diverse zone rosse in diversi comuni italiani, un lockdown duro è l’unica chance per evitare l’arrivo di uno tsunami di contagi dovuto al diffondersi della variante inglese e brasiliana.
RICCIARDI – A caldeggiare un lockdown di un mese è in primis Ricciardi. “Al ministro Speranza ho sottoposto la necessità di proporre al Governo, anche alla luce del problema delle varianti, un lockdown breve e mirato” per “2, 3 o 4 settimane”, ossia per tutto il tempo “necessario a riportare l’incidenza di Covid-19 al di sotto dei 50 casi per 100mila abitanti”.
“Spero che la strategia del nuovo Governo sia ‘no Covid’ e che ci riporti a una prospettiva di normalità in tempi ragionevoli. Ci riavvicineremmo al ritorno alla vita normale e alla ripresa economica, come dimostrano gli esempi di Cina, Taiwan, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda. Ora anche Usa, Germania e Danimarca vanno in questa direzione”, conclude Ricciardi.
BURIONI – “Una cosa vi dico: è molto difficile per un vaccino avere un’efficacia sul campo maggiore di questa. Adesso sbrighiamoci. Il problema non si risolve con le chiusure che servono solo a guadagnare tempo. Si risolve con il vaccino”, scrive Roberto Burioni su Twitter, all’indomani dell’appello lanciato da Walter Ricciardi.
VAIA – Sull’ipotesi di un nuovo lockdown totale Francesco Vaia, il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, ospite di RaiNews24, afferma: “Oggi non occorre aggravare le misure” anti-Covid, “ma applicare con severità le misure che abbiamo. Un lockdown severo non serve, ma occorrono chiusure chirurgiche“, sottolinea Vaia.
“Voglio dire un no netto e chiaro all’utilizzo delle varianti come ‘clava politica’. La scienza sia sempre libera da interessi economici e politici”, scrive poi Vaia in un post su Facebook. “Il nostro laboratorio sta lavorando sulle varianti” di Sars-CoV-2, “che sono un problema che deve destare attenzione, ma non panico. Diciamo no alle psicosi di massa“, conclude.
CRISANTI – Sulla stessa linea di Ricciardi invece il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova. “Il 20% dei contagiati presenta la variante inglese e la percentuale è destinata ad aumentare. Serve un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele. Va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti”, afferma.
“Dove si trovano le varianti brasiliana e sudafricana servono lockdown stile Codogno, non le zone rosse che sono troppo morbide. Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia”, conclude Crisanti.
canaledieci.it è su Google News:
per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie clicca su questo link e digita la stellina in alto a destra per seguire la fonte.
Leggi anche: Vaccino covid, il premier Draghi vuole dare priorità a insegnanti e over 55