In Umbria i contagi aumentano di ora in ora, terapie intensive verso il collasso. Il vaccino AstraZeneca non protegge dalla variante sudafricana
Allarme varianti covid: mentre in Umbria la diffusione della mutazione brasiliana del virus è fuori controllo, il vaccino della casa farmaceutica britannica AstraZeneca risulta efficace solo per il 10 per cento nei confronti della variante sudafricana.
“Rispetto alla variante di Sars-CoV-2 proveniente dallo Stato africano” i risultati riportano che il vaccino AstraZeneca “è in grado di immunizzare soltanto nel 10 per cento dei casi”, dichiara Shabir Madhi, il ricercatore a capo dell’unità che ha guidato l’ultima sperimentazione di questo vaccino contro la mutazione sudafricana.
“Il risultato ottenuto è decisamente lontano dal 60% di efficacia generale” dimostrata dal vaccino negli studi che hanno portato alla sua approvazione, spiega lo scienziato nel corso del programma ‘Radio 4 Today’ della Bbc.
“Quello che i risultati dello studio ci dicono veramente è che in un gruppo demografico di età relativamente giovane il vaccino non protegge dalle infezioni da lievi a moderate”, prosegue Madhi.
Ma c’è “ancora qualche speranza” che il vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca possa funzionare bene contro la variante del Sudafrica in termini di “protezione dalla malattia grave”, afferma Madhi.
Intanto in Umbria le varianti del virus si stanno diffondendo a velocità esponenziale. La regione è ostaggio delle mutazioni inglese e brasiliana, che stanno portando al collasso gli ospedali e le terapie intensive. Il numero dei contagiati cresce di ora in ora. Preoccupati i vertici sanitari: il rischio è che possano diffondersi in poco tempo anche nel Lazio e a Roma.
Da oggi due terzi della regione sono stati dichiarati zona rossa, ma l’allerta è massima in tutto il Paese.
La variante brasiliana che circola nel territorio umbro, “colpisce tutti, è molto diffusa e se il paziente entra in ospedale col virus in incubazione, l’infezione si scopre dopo 3-4 giorni dal ricovero in un reparto bianco”, spiega Antonella Mencacci, responsabile del laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Perugia, in un’intervista al Messaggero.
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