Un anno di speranza per il clima, il mandato 2021/2025 di Biden

Un anno di speranza per il clima: per la presidenza Biden 2021- 2025 i piani molto ambiziosi sono di effettuare circa duemila miliardi di dollari di investimenti in fonti alternative, da spendere innanzitutto in trasporti ed edilizia, e di raggiungere il 100% di energia pulita e zero emissioni nette non più tardi del 2050.

Un anno di speranza per il clima, il mandato 2021/2025 di Biden

Alla luce del termine del mandato del Presidente Repubblicano è stato possibile osservare come negli ultimi quattro anni di amministrazione Trump, la coalizione democratica si sia rafforzata dal punto di vista numerico e della diversità. Infatti, nonostante il rifiuto, la persecuzione e le sconfitte subite, negli Stati Uniti i movimenti per la liberazione e la giustizia sociale e climatica hanno continuato a crescere, non solo in termini di risultati ma anche di idee. Si è diffusa poi una forte prospettiva ambientalista in tutto il paese, arrivata dall’esterno, dagli attivisti e dai giovani, che potrà finalmente trovare una guida dal presidente Americano più ambizioso di sempre nella lotta contro il cambiamento climatico.

Un anno di speranza per il clima, il mandato 2021/2025 di Biden 1

Questa pagina della storia americana, che ha influenzato ovviamente l’intero globo su determinate questioni climatiche, ci può aiutare a spiegare come il cambiamento in senso progressista possa avvenire pur nei momenti peggiori. Perciò è così straordinario che il programma politico di Biden sia fortemente specializzato nel rivoluzionare l’America petrolifera in un paradiso delle rinnovabili, dato che le risposte alla crisi ambientale che giungeranno in futuro dalla Casa Bianca saranno determinanti per il futuro del mondo intero.

Nel 2017, all’inizio del mandato di Trump, il settore petrolifero e del gas degli Stati Uniti era in piena espansione, con la produzione che aveva raggiunto livelli record, mentre le fonti di energia pulita si stavano ancora creando la propria nicchia. Oggi, invece, gli attivisti hanno contribuito a portare il settore dei combustibili fossili sull’orlo del collasso: i produttori di petrolio e gas sono in difficoltà, i prezzi sono drasticamente in calo, mentre tecnologie eoliche e solari sono in rapida espansione in quasi tutti gli States.

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Quindi per la presidenza Biden 2021- 2025 i piani molto ambiziosi sono di effettuare circa duemila miliardi di dollari di investimenti in fonti alternative, da spendere innanzitutto in trasporti ed edilizia, e di raggiungere 100% di energia pulita e zero emissioni nette non più tardi del 2050. A tutto ciò si aggiunge l’obiettivo intermedio della neutralità carbonica nella produzione di energia elettrica entro il 2035, insieme al rientro degli USA negli accordi di Parigi.

Concludendo, la situazione Americana è piuttosto peculiare in quanto da sempre è stata dettata da un forte dualismo di idee. Controversie di questo tipo si notavano già nel 1972, quando  il MIT e il Club di Roma commissionavano il primo rapporto sui limiti della crescita, divenuto poi il manifesto dei movimenti ambientalisti di oggi, mentre nello stesso tempo negli USA cresceva a dismisura il numero dei negazionisti del cambiamento climatico.

Il segno che oggi quegli stessi Stati, come ad esempio il Texas, che tendevano a negare gli ingenti danni ambientali causati dalle industrie petrolifere, sono tra i primi produttori di energie rinnovabili in America, implica che il cambiamento stia davvero avvenendo per cause molto più naturali del previsto: l’offerta che si adegua necessariamente quando cambia la domanda, in quanto mutano gusti, esigenze e sensibilità dei consumatori.

 

Alessia Pasotto

dottoressa in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo

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