La Commissione UE etichetterà il vino come cancerogeno. I viticoltori in rivolta

Pronto il piano UE denominato "L'Europa che combatte il cancro": anche il vino e i salumi made in Italy saranno etichettati come cancerogeni

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La Commissione Europea ha presentato oggi a Bruxelles il piano denominato l’ “Europa che combatte il cancro”: un programma volto a scoraggiare nei consumatori europei l’uso di prodotti considerati a rischio di provocare il cancro. Il piano – se approvato – introdurrà l’etichetta “cancerogeno” su tutti i vini europei, e cancellerà i fondi destinati alla promozione di vino, carni e salumi.

Agricoltori e viticoltori italiani, che esportano i loro prodotti pregiati in tutto il continente, sono sul piede di guerra, pronti alla rivolta. “Per l’agricoltura della Toscana rappresenterebbe un danno enorme sia d’immagine che nelle vendite”, sottolinea preoccupato Francesco Colpizzi, presidente della Federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana.

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Sarebbe “la batosta finale dopo gli ultimi mesi difficilissimi. Una beffa dall’Ue, che in questa situazione drammatica apre di fatto una guerra alla produzione mediterranea e al Made in Italy”, afferma Colpizzi.

“Forse – aggiunge il presidente della Federazione – non ci rendiamo conto della portata di questa decisione se sarà approvata: danneggerebbe in modo massiccio soprattutto piccoli e medi coltivatori che vivono da decenni grazie alla terra. Una fetta consistente dell’economia regionale si base sull’esportazione di vino, carni e salumi. È una colonna portante del nostro PIL”, spiega il presidente della Federazione.

“Confagricoltura chieda immediatamente un intervento di tutela da parte del Governo”, prosegue Colpizzi. “Davvero stiamo paragonando un panino al prosciutto o un bicchiere di vino, spesso indicato anzi come salutare, al consumo delle sigarette?”

“La comunicazione del Piano di azione della Commissione Europea per combattere il cancro è preoccupante”, gli fa eco Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione italiana vini (UIV).

“Troviamo fuorviante il principio per il quale il consumo di alcol viene considerato dannoso a prescindere da quantità e tipologia della bevanda”, sottolinea Castelletti.

“Ancora più inique poi sono le proposte del piano che vedono assimilare il consumo di vino al fumo, con la conseguenza di azzerare un settore che solo in Italia conta su 1,3 milioni di addetti e una leadership mondiale delle esportazioni a volume”, conclude il segretario dell’associazione dei viticoltori.

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